martedì 29 gennaio 2008

I now walk … into the wild


E che questo mio “vagabondare” possa continuare, dolcemente.
Si è chiuso il sipario, ma questa pellicola continua a vivermi dentro.
Capitolo 1: LA NASCITA. Vi sono delle condizioni per prepararsi alla visione, presupposti che sottolineano il fatto che questo film non assomiglia a nessun altro. Uno di questi è imperativo: sentitevi soli. Entrate in sala e chiudete qualunque porta vi tenga in contatto con il mondo esterno. Dilatate i sensi per e verso il grandeschermo: ossia non ascoltate voci altrui, non annusate alcun profumo vi sieda accanto, non gustate i falsi sapori di pop corn o patatine, non guardate con i soli occhi ma con il cuore, non limitatevi a toccare superfici reali. Provate a fondervi con quel che Sean Penn ha la maestria di mostrare. Dimenticate il mondo ed entrerete a far parte di uno nuovo. Soltanto attraverso questa completezza, “ogni cosa avrà il suo nome”: proverete non solo a “guardare” gli splendidi paesaggi (quasi, così tanto spazio, intimidisce. L’estrema assenza di civiltà rende impotenti. Sensazione che inizialmente impaurisce, poi toglierà il fiato fino a desiderarlo tutto quanto) ma a “viverli”. Non provate vergogna quando le dita (come l’intero corpo) brameranno di toccare la reale consistenza della natura. Avete mai ascoltato il canto dell’acqua? Con quanta facilità trova le note giuste, a contatto con sé stessa o altre superfici. Io non ho mai creduto negli odori, addirittura qui mi pareva di scorgere, per ognuno, un’anima: la terra bagnata, il grano, l’erba calpestata, la neve fresca. Noi tutti amiamo l’odore che hanno le cose nuove, le pagine di un libro appena scartato, le scarpe appena acquistate… mai ci soffermiamo su quelli “consunti”. Ho provato anche ad immaginare il sapore della carne selvatica: sicuramente più “vero”. Sentirsi falsamente sazi di quel poco che la sola natura offre, ma riconoscersi appagati di averla guadagnata con le proprie mani. A costo di sporcarsi la pelle di sangue e fatica.
Capitolo 2: L’ADOLESCENZA. Entrare nella vita di Chris McCandless ( Emile Hirsch) non è semplice. Il suo personaggio non è immediato e spontaneo ma complesso e in continuo movimento. L’ordine non cronologico dei fatti diviene utile per comprendere (e giustificare) le sue scelte. Lo conosciamo già libero e solo lentamente viviamo il suo passato. Dopodichè, diveniamo anche noi abitanti del mondo. Persone di passaggio, sfiorate appena. Ci immedesimiamo in ognuno di quei viaggiatori distratti che Chris incontra lungo il suo percorso e che hanno la fortuna di arricchirsi con la sua integrità, la sua semplicità, la sua generosità, e in ultimo faticano a separarsi da questa sua ricchezza interiore. Ogniqualvolta assistiamo ad un “distacco”, sentiamo che a poco a poco anche una parte di noi se ne priva.
Chris (o per meglio dire “Alexander Supertramp”) diventa ciò che noi vorremmo essere. Essenza di naturalezza. Assenza di costrizioni. Vivere e viversi.
Capitolo 3: LA FAMIGLIA. Questo film rafforza il suo valore attraverso i rapporti umani. “Il dare per avere”, non si rispecchia in imposizioni. Ma nasce spontaneo. Chris incontra amici con il quale condivide tutto in un lasso di tempo troppo breve per noi uomini consueti. Noi necessitiamo di anni per persuaderci a “partecipare” in maniera assoluta. Per lui il potersi esprimere, rappresentando i proprio sogni, le paure, le volontà, significa amare il prossimo. Lui insegna agli altri il valore della libertà. Gli altri restituiscono a lui il senso della razionalità. Ma senza obblighi. In una rete di spontaneità che commuove. Il “nonno adottivo” (Ron Franz - Hal Holbrook) con il quale condivide la vigilia della partenza mi ha concesso le lacrime. Mi ha strizzato il cuore fino a renderlo stanco. Debole di fronte a tanta delicatezza, in ginocchio davanti ai rancori. Entrambi diventano proprietari di qualcosa in più dopo quell’incontro: Chris riconosce il significato della Fede (che può presentarsi sotto forme diverse. Il cielo, per esempio), Ron ritrova la voglia di aprire le braccia verso nuovi orizzonti, senza paura. Meraviglioso.
Quello della famiglia vera, è un concetto assai delicato per il protagonista: coloro che dovrebbero rappresentare i punti cardine dello snodarsi della vita sono invece ombra di malinconie. Motivo di fuga dal mondo “costruito”, alla ricerca di spazi sconfinati dove lasciare al vento le sofferenze e soffocare tutto quel che è “materiale”. William Hurt e Marcia Gay Harden (rispettivamente il padre e la madre di Chris) raccontano (con molti sguardi e poche parole) l’evolversi della disperazione per un figlio che cresce lontano e senza renderli partecipi. Chris dà l’impressione di scappare da loro, quando invece impariamo a comprendere che sono loro ad aver lasciato che questo accadesse.
Carine (Jena Malone) , la sorella di Chris, dà voce alla storia. Dona parole, alle nostre emozioni di spettatori.
Capitolo 4: LA CONQUISTA DELLA SAGGEZZA.La discesa attraverso le rapide. Danzare insieme ad una mandria di cavalli. Decidere di non sparare, quando la fame attanaglia lo stomaco, nello scoprire che il bersaglio prescelto è in compagnia del suo piccolo. Commuoversi di fronte ad una moltitudine di bestie al pascolo. Aprire le braccia verso una curva di cielo che senti di possedere. Sognare la libertà, combattere per averla, raggiungerla e lasciarsi ingannare da essa. Questo film è forte di immagini indelebili. E di una colonna sonora maestosa (grazie anche alla voce calda di Eddie Vedder- cantante dei Pearl Jam - e ai suoni armoniosi della sua chitarra. Splendido).
“Chris-Alexander” amava lasciare traccia di sé. Scriveva dappertutto e con qualunque cosa. Attraverso questo bisogno ci ha reso possibile conoscere la sua incredibile avventura. L’Alaska diventa mèta dei nostri sogni. Anche noi vorremmo vivere di libertà. Ma il mondo non lo ammette. Non possiamo abbandonare la nave e viaggiare soli. Non possiamo permetterci di fare come lui. Siamo uomini e gli uomini sono nati per “spartire”.
Il rischio che si corre assistendo a questo film è quello, una volta ritrovata la normale quotidianità, di trovare tutto superfluo e mai abbastanza. Ma amo rischiare.

Questo film ci fa sentire nostra una vita che tanto cerchiamo di migliorare, ma che troppo spesso dimentichiamo di possedere.
Ho provato a giocare e suddividere la mia recensione, in capitoli. Gli stessi che scandiscono il perdurare del film.
Concludo ammettendo che è proprio vero: è necessario chiamare ogni cosa con il suo nome. Capolavoro, per l’appunto.
Grazie, infine, al mio “compagno di poltrona” che ha reso possibile ai miei occhi queste emozioni. Grazie per gli ottanta chilometri (centosessanta se consideriamo il ritorno - poteva decidere di lasciarmi ai campi incontaminati della Provincia) che abbiamo lasciato alle spalle. Ne valeva la pena.
Trama
Dopo aver conseguito la laurea, Chris McCandless (Emile Hirsch) decide di abbandonare quella vita che non sente sua per partire alla volta del mondo. Viaggio che toccherà territori come il South Dakota, e poi giù verso il fiume Colorado, sino in California. Avventura che porterà il giovane nelle terre sconfinate del grande nord. Proprio in Alaska, scoprirà la verità per cui è necessario vivere.

Citazioni
- “Non conta essere forti, ma sentirsi tali”
- "I soldi rendono sospettosi”
- "L'essenza dello spirito dell'uomo sta nelle nuove esperienze"
- "Se sopravvivi chiamami, il mio numero è dentro gli stivali"
- "Sono un viaggiatore estremo, un esteta"
- "E' inevitabile che sentirsi liberi renda euforici, ha a che fare con l'idea di fuga"
- "Non puoi vivere solo di foglie e bacche" - "Non so se voglio vivere di altro"
- "Il fatto è che qui sul fronte hippy non sono tutte rose e fiori"
- "Non sono Superman, sono Supertramp e tu sei una supermela"
- "Soldi, potere, sono illusioni. Quello che conta qui siamo io e te"
- "Non capisco perchè ogni ca..o di persona è così cattiva con gli altri. E' assurdo. Parlo dei genitori, dei politici. Gli ipocriti, insomma"
- "La fragilità del cristallo non è una debolezza, ma una raffinatezza"
- "Quest'anno niente feste, cancello il Natale" - "Chi ti credi di essere, il Padreterno?" - "Sì, sono il Padreterno!"
- "Quella ragazza si farebbe il paletto della recinzione e tu sei qui a fare gli addominali dell'asceta"
- "Se vuoi una cosa dalla vita, datti da fare e prendila"
- "Credo che la carriera sia un'invenzione del ventesimo secolo"
- "Quando si perdona si ama, e quando si ama si è illuminati dalla luce di Dio"
- "Ti porterei in Alaska, se non avessi la Messa alle otto"
- "Dopo 2 anni di vagabondaggio, arriva l’apogeo della battaglia per sconfiggere il corrotto sé interiore e terminare la rivoluzione spirituale"
- "La felicità è reale solo quando è condivisa"

Carta d'identità
Titolo originale: Into the Wild
Titolo italiano: Into the Wild
Data di uscita (in Italia): Roma 2007 - 25 Gennaio 2008
Genere: Avventura, Drammatico
Durata: 148'
Regia: Sean Penn
Cast: Emile Hirsch, Vince Vaughn, Kristen Stewart, William Hurt, Marcia Gay Harden
Da vedere: perchè raggiunge la perfezione. Unico.

... E in quell'ultimo espiro... c'è tutta la commozione possibile...

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho appena letto la tua analisi, superfluo (visto che tu a tua volta hai letto la mia) dire che non la condivido, sopratutto sull'utilizzo del termine "capolavoro" se non seguito da "mancato".
Però è scritta col cuore, come fai sempre, e questo la rende comunque importante.

Passando al film, tra le scelte artistiche che mi hanno dato un certo fastidio non ho citato l'eccessiva mitizzazione di Chris: chiunque lo incontra ne resta toccato (positivamente). Francamente caratterizzarlo quasi come un messia laico - oltre al distaccarsi da uno stile simil-documentaristici, che ritengo essenziale per raccontare una storia simile - mi è parso davvero troppo. Resta comunque un film non da bocciare perché vi sono anche ottime cose, ma rimane il rammarico per il capolavoro mancato.

Deneil ha detto...

allora:sia chiaro che ho letto la tua recensione e che l'ho trovata davvero ottima ma mi sono ripromesso da ale55andra di non perdere più mezz'ora per ogni recensione che trovo di questo film per tentare di spiegare quello che non mi ha convinto.hai scritto davvero una recensione bellissima credimi.
il mio parere è praticamente quello di mr hamlin.

Chiara ha detto...

Uff. So che non vi è piaciuto ai livelli miei, e ho anche intuito le motivazioni.
Ma per me non esistono difetti in questo film. Per questo sento ancora di camminare attraverso queste "terre estreme". E sento ancora le stesse emozioni di tre giorni fa.
Grazie, però, per la stima (che ricambio) di sempre.

M.S. ha detto...

è una delle mie prossime visioni, e ormai sono troppo curioso. entusiasmi sfavillanti (come il tuo), e stroncature deluse... non c'è che dire... eppure non è la prima volta che capita con i film di questa stagione. annata schizofrenica!

M.S. ha detto...

...visto...non mi è piaciuto!

Anonimo ha detto...

wow cucci

Anonimo ha detto...

Non visto ,ma la recensione fa venir voglia di vederlo.
Complimenti per la recensione. Il racconto � un arte ed il saperla esercitare � talento che appartiene a pochi eletti.

Chiara ha detto...

- MARIO: mi spiace proprio non ti sia piaciuto... non me lo spiego, poichè personalmente ho provato tantissime emozioni in quella sala ma... ognuno effettivamente ha un bagaglio emozionale differente (per fortuna!) ;)
- Teneraaa cuccix... grazie che passi. E sempre mitico Fabio!
- GULP: grazie delle belle parole. Aspetto un tuo commento quando - e se - andrai a vederlo. Intanto, continua a seguirmi che mi fa piacere leggerti (ovviamente solo se parli bene di me ;))

Vale ha detto...

che bel dibattito!!..soprattutto perchè ci si confronta ma sempre riconoscendo la validità delle tue recensioni. si può non essere d'accordo, ma sul fatto che tu scriva veramente bene non ci sono dubbi!!!!..premetto che io non ho ancora visto il film, ma mi piace quando ci si lascia un pò sopraffare dai sentimenti e si scrive con il cuore più che con i parametri cinematografici!..
un saluto
vale

Chiara ha detto...

Vale, per me scrivere col cuore in mano diventa inevitabile. Soprattutto quando subentrano passioni e sentimenti.
Ma io in questo film, non vi riesco a trovare proprio nessun neo. E' bellissimo e lo rivedrò ancora.
Grazie, infine, perchè il mio scritto diventa importante quando ci sono i vostri occhi.
A presto!

Anonimo ha detto...

ehi Chiara come va, vado ora a vedere Into the Wild so che e' bello, ma non avevo ancora avuto il tempo di vederlo.
a presto

Chiara ha detto...

Carissimo!
DEVI assolutamente dirmi cosa ne pensi. Questo film è ricco di poesia, non può non piacerti (doppia negazione = affermazione).
Io sto bene a parte l'assenza di voce, stamattina. Faccio versi stile foca, non riesco ad emettere suoni che assomigliano a parole! ;)
E tu?

Anonimo ha detto...

ciao chiara, da come hai gia visto sul mio blog sai cosa ne penso stupendo e' poco, solo quando scorrono i titoli di coda ti accorgi che sei tornato alla realtà, con molte domande sul nostro modo di vivere, "chi ama perdona e chi perdona ama"......
Per il resto sto bene grazie, ho visto ancora "American Gangster" bellissimo e "il Falsario" poco conosciuto ma tanta roba,
ora aspetto "il Cacciatore di Aquiloni" dall'omonimo libro di Khaled Hosseini.
Auguri per la tua voce, vedrai che torna............
a presto e complimenti per le tue recensioni.......

Anonimo ha detto...

io posso solo complimentarmi per la peccaminosa perfezione della recensione! per dare un'idea è uno dei pochi film nei quali dopo un minuto ti si spalanca la bocca...(estasiato)...per poi richiudersi durante i titoli di coda...in conflitto con la prepotente voglia di rivedere la pellicola quanto prima possibile..
Note: Eccezionale Colonna Sonora

Chiara ha detto...

Carissimo Teo, benvenuto (ti leggo con un giorno di ritardo, non male) anzitutto.
Splendido davvero, io l'ho rivisto ieri sera per la seconda volta. E ti dirò, sembra "nuovo" ad ogni visione, tanto che è in grado di stupire. Colonna sonora oramai diventata anche la mia quotidiana, la voce calda di Eddie Vedder è perfetta per ogni occasione.
Infine grazie, dei complimenti e della visita. Torna presto!

Anonimo ha detto...

Come già detto la recensione è bella, io immagino che chi la scrive abbia visto ciò che gli altri non potevano vedere e non potevano udire, e neppure potevano annusare ; la voglia di libertà che è dentro chi scrive.
Per il film credo non sia un capolavoro ma lo diventa per ognuno di noi quando quello che è narrato entra nel nostro cuore e sà cogliere un lato di noi nascosto mai completamente palesato agli altri , forse è questo che fa del film il capolavoro della persona che recensisce , prechè è il suo capolavoro.
Buona fortuna per la tua fame di liberà ( ma non farti intrappolare nella banale piena di un fiume in primavera senza idee per attraversarlo se non quella di provarci a piedi ).

Chiara ha detto...

Gulp... mi hai fatto venire i brividi...

Guestbook