martedì 15 gennaio 2008

Bianco e nero… meglio se grigio


Questo film ha aperto in me mille “finestre”. Ed è lì che mi devo affacciare.
Per me – ma come mi auguro sia per tutti gli spettatori – è stato come guardare attraverso un prisma, ovvero non esiste una sola fine, un unico significato morale, non vi sono né vincitori né vinti.
Ogni protagonista resta pedina solitaria di un gioco senza fine. Sopra quella scacchiera che noi chiamiamo vita, ciò che conta è continuare a restare in partita. Ogni mossa compiuta corrisponde ad una scelta, quella di difendersi o di attaccare. Ma chi pronuncerà “scacco matto” avrà solo l’illusione di avere in mano la vittoria. Una via di fuga esiste sempre. O quasi.
Questa pellicola, è un inganno dei sensi: ti convince che la soluzione migliore è quella di fugare ogni dubbio e paura, ma mentre ti volti per intraprendere di nuovo il cammino, ti pugnala alle spalle. Ti pone davanti la realtà semplice dell’esistenza, vale a dire: la felicità si costruisce a fatica e con miliardi di apprensioni, ma basta poco per spazzare il castello costruito e quando c’è da abbattere, ogni perplessità svanisce. Soprattutto nel caso di impossibilità di scelta. Quando gli altri schiacciano i tuoi sogni, soffiano sulle mura fragili delle tue speranze, appallottolano la tua felicità come carta straccia.
Per questo, “Bianco e Nero” mi ha coinvolto completamente. Mi ha spalancato gli occhi, su una realtà che non osavo guardare. Non ero su quella poltrona rossa. Non ero davanti al grandeschermo. Ero al suo interno. Negli occhi tristi di Elena (Ambra Angiolini- a proposito, fantastica interprete), nelle sue insicurezze, nella sua gracilità. Mi sono arrabbiata di fronte alla sua arrendevolezza nei confronti di un marito all’apparenza amorevole, rattristata davanti alla sua intima sofferenza, illusa dai buoni propositi.
Di questo film restano i dialoghi, a volte taglienti, altre “irriverenti”, i momenti ilari, i litigi (quello fra Elena e Carlo (Fabio Volo- sinonimo di naturalezza. La scena in cui lui e Nadine (Aïssa Maïga) si immergono nella Fontana di Trevi è emblema di spontaneità. Bellissimo), nonostante rappresenti un momento delicato, mantiene uno spirito di sottile ironia, che lo spettatore deve cogliere ed apprezzare) e la fusione dei due colori (il bianco ed il nero, per l’appunto), che non è solo unificazione di corpi, ma molto di più. Dissolvimento dei contorni, combinazione di contrasti, attrazione verso gli opposti.
Inoltre, sfiora appena (senza mai spingere sino in fondo, cosicché diventa “impegnativo” solo per chi lo desidera) argomentazioni come il razzismo o la povertà. Il risultato è inconfutabile.
Senza presunzione, arriva dritto al cuore.
Potrei elencare mille e ancora mille ragioni per convincervi a non perderlo. Ma solo l’emozione che ancora ho sulla pelle, è in grado di spiegarlo veramente.
Trama
Elena (Ambra Angiolini) e Bertrand (Eriq Ebouaney) sono due mediatori culturali, in favore dell’integrità razziale. Così coinvolta nel proprio lavoro, Elena, spinge Carlo (Fabio Volo) a partecipare ad una conferenza sull’Africa. Proprio durante questa riunione, Carlo conosce la bella Nadine (Aïssa Maïga), moglie di Bertrand. Da questo incontro, tra i due, nasce un’intesa particolare che sfocerà in una storia di passione abbattendo ogni tipo di giudizio e pregiudizio. Ma che porterà a fatali conseguenze per le due famiglie.

Citazioni
- Nadine (Aïssa Maïga)"Io sono nera, giusto?" - Carlo (Fabio Volo) "Abbastanza"
- Elena (Ambra Angiolini) a due sposi interessati alla beneficenza "Si devolveranno soldi in favore dell'Africa, attraverso la lista nozze" - novelli sposi "Oh, sì sarebbe bello avere una lampada in stile africano" - Elena "No no, nel senso che non si dovrà acquistare nulla, ma i soldi risparmiati saranno devoluti ad un'associazione africana" - novelli sposi "Eh, però... la lavatrice ci serve..."
- Madre di Elena, nel vedere Nadine "E questa gonna così particolare, dove l'ha presa?" - Nadine "Armani" - Madre di Elena "AH"
- Alfonso (Franco Branciaroli) "Ah, bello il deserto! Ce l'avete ad un tiro di schioppo. Ci vai spesso?" - Nadine "Tutti i Week-End"
- Elena a Carlo "Prima che arrivassi io tu non sapevi nemmeno dove fosse l'Africa!"
- Carlo ad Elena "Nella vita non è sempre tutto bianco o ner... volevo dire che ci sono le sfumature!"
- "La diversità attira, ma alla lunga non funziona mai"
- "Odio chi c'ha detto che non poteva funzionare, ma è così. Che ci vuole, in fondo, a cancellare questa storia?!"
Già... che ci vuole?

Carta d'identità
Titolo italiano: Bianco e nero
Data di uscita (in Italia): 11 Gennaio 2008
Genere: Drammatico
Durata: 100'
Regia: Cristina Comencini
Cast: Fabio Volo, Ambra Angiolini, Aïssa Maïga, Eriq Ebouaney, Anna Bonaiuto, Franco Branciaroli, Katia Ricciarelli, Maria Teresa Saponangelo
Da vedere: abbattiamo ogni tipo di pregiudizio, sui film italiani e sulle culture differenti. Quando esiste il rispetto, nasce spontanea la necessità di conoscere. Vero.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Se son rose fioriranno...se son more moriranno....

Chiara ha detto...

... e se sono passeri? Passeranno?!
Vero "compagna di merende"?
E le sorelle "Biomedical" (la pubblicità non guasta mai) dove sono?! Si facciano avanti forza forza...
Oramai non c'è più cinema senza voi al mio fianco! Mi state "viziando"!

Anonimo ha detto...

E' sempre un piacere!!
...Sopprattutto commentare insieme fuori dal cine (al freddo!) e poi approfondire piacevolmente (al caldo!) sul blog. Al prossimo film

Chiara ha detto...

... vi aspetto...

Anonimo ha detto...

Come dice uno dei protagonisti "Nella vita non è sempre tutto bianco o nero volevo dire che ci sono le sfumature!" .
Appunto le sfumature sono sempre di più rispetto ai due toni bianco e nero , le sfumature sono quelle che fanno " la differenza " sono quelle che fanno diventare un semplice incontro un'attrazione, sono quelle che fanno nascere l'interesse .
Cosa sarebbe una foto in bianco e nero senza le migliaia di sfumature dei grigi ?
Così come il colore della pelle non è quello che fa scattare l'attrazione vera , ma sono le parole , il sorriso aperto di Nadine e gli occhi vividi che stanno in quel viso nero; la passione e la felicità della libertà, troppo chiusa in una routine di retorica e "cameriere nere dal grembiule bianco" di Carlo.
Il film è certo da vedere ma tende ad affievolirsi un poco nel secono tempo , comunque bello .

Complimenti per la recensione
avevo sentito dire che eri brava, ora ne ho la conferma.

Deneil ha detto...

io devo vedere ancora quello prima della comencini che mi dissero che era bello..magari questo lo vedo..tu sei molto convincente come al solito!

Vale ha detto...

non vedo l'ora di vederlo!!!!!..adoro fabio volo e mi piace la comencini di cui ho apprezzato tanto "la bestia nel cuore", angosciante ma veramente bello. le premesse ci sono insomma..e la tua recensione di sicuro invoglia!!
vale

Chiara ha detto...

- GULP: copio e incollo "Cosa sarebbe una foto in bianco e nero senza le migliaia di sfumature dei grigi?". Mai cosa più vera. La vita è proprio fatta di sfumature, se non ci fossero loro dove andremmo a rifugiarci? Grazie dei complimenti. Mi sento in qualche modo in dovere di darvi di più. Grazie, torna presto.
- DEN: poi se non sarà a te gradito, non prendertela con me! A me è piaciuto proprio. "La bestia nel cuore" non l'ho visto nemmeno io. Lo aggiungo alla sempre più infinita lista "dei film da vedere"?!
- VALE: benvenuta! Fabio Volo fa impazzire pure me, ho appena acquistato il suo ultimo libro. Da romanziere non l'ho ancora conosciuto. Amo la poliedricità, dunque vedremo... tu fai sapere di questo... son curiosa!

M.S. ha detto...

nel deserto di stroncature e stangatone finalmente una voce fuori dal coro. mi lascia ben sperare, d'altra parte aspettavo questo film e vorrei conservare un barlume di speranza...!

Chiara ha detto...

Mario, ad essere sincera questo film mi è proprio piaciuto e "chissenefrega" se mi bacchettano (quasi) tutti... tanto mi piace comunque ;) Fai sapere quando lo guarderai!

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