domenica 14 dicembre 2008

Scorrerà sangue


Polvere, fatica e solitudine. La ricchezza nasce dai sacrifici, si guadagna con i propri mezzi e si conserva attraverso il potere conquistato. I primi (abbondanti) minuti sono interamente dedicati al lavoro duro e solitario di Daniel Plainview (Daniel Day-Lewis), dapprima cercatore d’argento e divenuto poi il più famelico cercatore di petrolio della California. Gli unici suoni concessi allo spettatore in questo frangente, sono il contatto fra piccone e roccia, le sofferenze di fatica di Daniel sino ad arrivare alla scoperta di quel frammento di pietra che insieme significa prosperità e cambiamento. Dopo la morte di un operaio, Daniel (probabilmente addolorato dall’ultimo senso di colpa della sua vita) si vede costretto ad adottare il bambino orfano che si rivelerà utile per le sue conquiste terriere. Da questo istante ha inizio un’incessante scalata verso una meta senza più ritorno, nel quale lo stesso protagonista sarà inghiottito dal puro materialismo senza comprendere che quella smaniosa crudeltà divorerà la sua vita.
Il fascino di questa trama sta in realtà nelle pieghe che si vengono a creare. Il protagonista viene delineato non solo attraverso il suo percorso economico ma anche (e soprattutto) nei rapporti umani. Mentre la sua ricchezza si consolida, la fiducia verso gli altri si indebolisce sino a divenire collera e, infine, abbandono. In un raro momento di confidenza, Daniel racconta come la sua vita sia fatta di solitudine e scetticismo e come tanta agiatezza non serva a renderlo un uomo felice. Il rapporto ambiguo fra padre e “figlio” (H.W. - Dillon Freasier) vivacizza la storia e in un certo senso la umanizza. I loro distacchi e poi ritorni, orientano la vicenda verso un tono sentimentale di cui, sinceramente, se ne sente il bisogno.
Anche il popolo, in un primo momento sostenitore (illuso da speranza di ricchezza) e poi vittima (tradito da tanta avidità), diviene una voce incessante che non si può mettere a tacere: subentra così un personaggio originale ( pare appena uscito da una sceneggiatura dei fratelli Coen): è Eli (interpretato da Paul Dano) il predicatore della Chiesa comunale, un invasato propagatore destinato a mettersi nei guai, lo respiriamo nell’aria in ogni sua comparsa. La sua entrata in scena riscalda gli animi di tensione e provvede ad accelerare un ritmica fin lì piuttosto lenta.
La fotografia diretta da Robert Elswit (gli vale l’Oscar) è perfetta: ricrea un paesaggio brulicante di ricchezza eppure tanto arido, i colori riflettono gli stati d’animo e i contrasti sono utili a fortificare i sensi. Altra nota irrinunciabile è la colonna sonora composta da Jonny Greenwood: altro non è che la voce mancante, l’anello che sostiene il peso della ritmicità; lenta, soave ed infine incalzante.
Merita un’ovazione personale Daniel Day-Lewis il cui personaggio rispecchia la virilità e il fascino del film stesso, l’occhio di Paul Thomas Anderson non lo abbandona mai, al centro della scena ci sono i suoi lineamenti marcati, la sua espressività e un vigore indiscutibile che gli avvale l’Oscar come miglior attore protagonista.
Frangenti come il momento dell’esplosione (a proposito di stile: la tonalità accesa dell’incendio, in contrasto con il cielo all’imbrunire ed in primo piano l’ombra del protagonista è eccezionale) e il dialogo (l’ultimo) fra padre e "figlio" donano a questa pellicola un senso profondo che la lentezza del primo tempo non lasciava trapelare.
La stilistica narrativa (piove oro nero, non rane – “Magnolia”) è straordinaria, una cadenza inizialmente fiacca, esplode (verso metà del secondo tempo) e non lascia scampo. Un finale che potrebbe apparire eccessivo, conserva in realtà la bellezza della sorpresa. Una conclusione ambiziosa, proprio come questa pellicola.
Trama
Daniel Plainview (Daniel Day-Lewis), è un cercatore d’oro. Durante una delle sue esplorazioni, trova un frammento di roccia il cui interno cela una ricchezza a lui dapprima sconosciuta. Da quest’istante, l’oro nero diverrà la sua ragione di vita. Insieme al figlio adottato H.W. (Dillon Freasier) parte per la conquista della California. Ma sarà una scalata al potere, tutt’altro che semplice. E conquistando la ricchezza perderà la sua parte umana.
Citazioni
- "Lei stia lì seduto e io la farò ricco"
- "E poi che ci faccio di me stesso"
Carta d'identità
Titolo originale: There will be blood
Titolo italiano: Il petroliere
Data di uscita (in Italia): 15 Febbraio 2008 - 2 Premi Oscar 2008 (su 8 nomination): miglior attore protagonista (Daniel Day-Lewis), miglior fotografia
Genere: Drammatico
Durata: 159'
Regia: Paul Thomas Anderson
Cast: Daniel Day-Lewis, Barry Del Sherman, Russell Harvard, Paul F. Tompkins, Kevin Breznahan, Jim Meskimen, Paul Dano, Kevin O'Connor, Ciarán Hinds, Dillon Freasier,
Da vedere: il regista ha una tecnica personale di raccontare il cinema. Una partenza lenta illude di una trama lineare, negli ultimi istanti quelle che parevano certezze crollano in un attimo. Scenografico.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Stramegacapolavoro!!
Ale55andra

Chiara ha detto...

Bellezza induscutibile, ma per me non capolavoro. Daniel Day-Lewis, lui lo è. Bravissimo. Ti abbraccio.

Guestbook