lunedì 23 aprile 2007

L'estinzione solare

Il Sole sta morendo… e noi con lui.
Questo è solo frutto dell’immaginazione di un regista? Oppure previsione che annuncia ciò che, fra miliardi di anni, le nostre generazioni subiranno?
Il fatto è che, la pellicola, si descrive come genere fantascientifico, ma gli scienziati ci raccontano che questa destinazione utopistica non è poi così irrealizzabile.
Dunque film che, nelle sue riconoscibili esagerazioni, tra le righe denuncia una situazione che dovrebbe terrorizzarci (o per lo meno farci riflettere).
Il viaggio nello spazio della navicella (dotata di comfort da volo in prima classe, manca solo la sauna e la vasca idromassaggio- o forse non ce li hanno voluti mostrare!) Icarus II, ha il compito di portare a termine quella missione lasciata in sospeso sette anni prima dall’equipaggio (dato per disperso) di Icarus I. La nuova Icarus ospita a bordo otto astronauti, ognuno dei quali specializzato in scienze differenti: Corazon (Micelle Yeoh) è biologa (spero di non finire anche io- in quanto futura biologa- in una missione così “lontana” e di fondamentale importanza per la vita terrestre- mi basterebbe qualche analisi in un laboratorio “terrestre”!), Kaneda (Hiroyuki Sanada) è il capo del gruppo multirazziale, Harvey (Troy Garity) è il responsabile delle comunicazioni non che vice capo, Capa (Cillian Murphy) è invece il solo in grado di manovrare la bomba (di cui parlerò tra poco), l’ingegnere Mace (Chris Evans), lo psichiatra Searle (Cliff Curtis), la pilota Cassie (Rosa Byrne) e l’ufficiale di navigazione Trey (Benedict Wong).
“Il nostro scopo è quello di creare una stella dentro una stella”- c’informa Capa in uno dei suoi monologhi dei primi fotogrammi; la prima stella in questione sarà la risultante dall’esplosione della bomba (vasta quanto Manhattan) che Icarus ha il dovere di trasportare e sganciare una volta raggiunto (la seconda stella citata) il Sole in pericolo. Reazione nucleare che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, nessuna certezza, nemmeno quella di ritorno) normalizzare la luce solare (“Quando vi sveglierete una mattina, e la giornata sarà bellissima, vorrà dire che ce l’avremo fatta”- è l’ultimo video messaggio che Capa lascia alla sorella).
La pellicola ci racconta (attraverso riprese da punti di vista diversi - i cambi di visuale sono così improvvisi e frequenti da far venire il capogiro) come i nostri eroi raggiungono la cosiddetta “Zona Morta”, dove sarà impedito ogni tipo di comunicazione con la Terra.
Una volta soli con loro stessi e l’infinito spaziale, i protagonisti, dovranno affrontare gli ultimi giorni di navigazione verso la meta, inciampando in imprevisti tecnici e psicologici: errori umani, decisioni che cambieranno la rotta prevista, accese discussioni, morti anomale… sino ad arrivare a scoprire che, a bordo, c’è un ospite sconosciuto che darà loro del filo da torcere (sorge spontanea la domanda (o forse sono io che non ho colto il particolare) di come abbia fatto a far parte dell’equipaggio, senza destare sospetti o accorgimenti).
Sunshine” è un film che “accarezza” generi differenti, alternando fantascienza a thriller sino a che, negli ultimi minuti (probabilmente per accentuare la trepidazione che si viene a creare) intraprende la strada dell’horror, cadendo però in un fatale ridicolo. O almeno, così mi è parso.
Pellicola che, però, trova punti di forza nel cast (attori giovani, ma talentuosi) e nella tecnologia che, pur sfiorando spesso l’ eccesso, ha la qualità di essere perfettamente elaborata nei dettagli.
Dunque, entrate in sala e godetevi la trama, senza però dimenticare una crema abbronzante ed un paio di occhiali da sole… ogni raggio che vi scalderà, potrebbe essere l’ultimo.

"C'è differenza tra l'aver paura di non tornare a casa
e la sicurezza che non ci tornerai?" (Sunshine - 2007)

Titolo originale: Sunshine
Titolo italiano: Sunshine
Data di uscita (in Italia): 20 Aprile 2007
Genere: Fantascienza, Thriller
Durata: 108'
Regia: Danny Boyle
Da vedere: dedicato a chi non crede nella fine del mondo... o a chi, per comodità, pensa che non sarà nostra la responsabilità. Travolgente.

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