martedì 17 febbraio 2009

Questo Piccolo Grande Amore


Questa visione mi esula da qualunque obbligo di spettatrice e critica in quanto una mia analisi, per quanto accurata possa risultare, non sarebbe mai obiettiva. Per questo, la riflessione che segue, non avrà le sembianze di un consueto giudizio ma piuttosto vuole assomigliare ad un’emozione che non avrà mai fine.
Esiste una sfera inviolabile che appartiene alla nostra intimità a tal punto da essere immune da qualunque attacco esterno, è quella dei ricordi: una finestra spalancata su un mondo di note, sapori e sensazioni.
Ero contraria alla visione di questa pellicola, era come ridipingere un mio quadro con colori altrui, danneggiando la sua sacralità e bellezza. “Questo Piccolo Grande Amore” ha visto la luce nel 1972, quando ancora non avevo messo piede su questo mondo. E’ stata però la fedele colonna sonora dei primi passi dell’amore dei miei genitori, e provo ad immaginare di milioni di altre storie d’amore. L’eco di quelle note così lontane nel tempo eppure così attuali per chi sa sognare, mi ha sospinta verso un oceano di spazi immensi: il ricordo delle Domeniche mattina quando papà ascoltava questo disco mentre i profumi del pranzo invadevano i corridoi di una casa che non ci appartiene più. Da quell’album è nato il mio personale avvicinamento alla musica di Claudio Baglioni. Una passione graduale che mi ha insegnato ad amare la musica con la giusta profondità. Una passione sfociata in qualcosa di unico ed inaspettato fatto di amicizie lontane, concerti in ogni angolo d’Italia, passando attraverso le notti insonni d’attesa. Memorie lontane che questo film con i suoi colori e la sua genuinità ha riportato a galla. Una pellicola giovane, che probabilmente avrei evitato con spavalda sicurezza, ed invece appartiene così completamente alla mia vita che non ho potuto farne a meno. Sono felice che questo album sia la cornice di un film pensato per i giovani spettatori, mi inorgoglisce che io l’abbia scoperto in così giovane età: è giusto che un’opera così bella e vera non conosca età, che arriva a riempire i cuori adolescenti con pochi principi e troppe pretese, a risuonare nelle sale restituendo speranza alle poche certezze.
Da tempo, nella mia stanza, le note del cantautore trovano meno spazio, i miei gusti musicali hanno subìto un leggera svolta ma l’emozione sulla pelle non mente: il primo amore non si scorda mai, nemmeno quando si tratta di musica. Attraverso le canzoni di Claudio Baglioni ho vissuto i primi amori, le prime difficoltà, le gioie. Ho conosciuto che le vere emozioni attraversano il tempo e rimangono indenni. E questo film, qualora ve ne fosse bisogno, ricorda a tutti quanto il cantautore romano abbia elargito alla musica, sensazioni personali a parte sono sicura che resta uno dei più importanti autori del nostro tempo.
Il film di Riccardo Donna ha secondo me un messaggio che non si può ignorare: quelle facce pulite non esistono più, è troppa la voglia di diventare grandi, certi valori profondi si sono persi con gli anni. Negli anni 70, la vita dei giovani aveva un colore diverso. Ed era quello dell’innocenza.

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