martedì 10 giugno 2008

Incubo senza fine e tempo


Gomorra, è stata una delle mitiche "cinque città della pianura" (la più nota delle quali è Sodoma), distrutte da Dio, secondo la narrazione della Bibbia, per la "corruzione" dei loro abitanti. Tratto da: www.wikipedia.it

Uomini corrotti. Pedine di un gioco pericoloso, sin dalla prima mossa. Schiavi della propria ombra. Vittime di un mondo sporco. Plasmati verso la violenza, il potere, la ricchezza ignobile sin dalla pubertà.
E purtroppo non è il risultato di una fantasia perversa, ma piuttosto di una folle realtà. Quella dei giorni nostri, troppe volte taciuta benché conosciuta in ogni angolo di mondo.
“Gomorra” non è la pellicola cruenta dalla quale scorre sangue inutile, non è semplicemente il “film evento” che ha sbalordito Cannes e la storia tratta dal libro-scandalo di Roberto Saviano: “Gomorra” è “le storie”.
E’ la lente d’ingrandimento sopra quel mondo che preferiamo osservare da lontano. E’ il dito puntato verso una realtà che tendiamo a nascondere dietro di esso. E’ la nostra stessa paura di uomini deboli. Manteniamo fede, dunque, al dovere di spettatore usuale: sussultiamo sentendo uno sparo improvviso, sorprendiamoci davanti ad una mazzetta corposa, restiamo increduli di fronte al giro vizioso di droga e immoralità che alberga indisturbata nei vicoli cittadini. Usciamo dalla sala e buttiamo ogni fotogramma alle spalle. Tanto non cambia nulla. Tanto…
La mafia è il cancro che non regredisce. E’ quel male che non trova cura. Nonostante i potenti si sentano medici santoni, la camorra continua placidamente il suo percorso. Carneficine in piena regola consumate in sobborghi immersi nei consueti doveri cittadini, vittime “colpevoli” soltanto di essere conoscenti di “amici-dei cugini-degli zii-del fratello” di un pentito. Uomini costretti ad avere paura di un motorino che si affianca all’auto, a rifugiarsi dietro alle tapparelle della propria abitazione, a cercare riparo dietro la propria precaria innocenza.
Uomini che, per sentirsi tali, mettono a repentaglio ogni dignità. Uomini privi di moralità: anche davanti ad un ragazzino che si crede adulto.
E scusate se non ho menzionato un bravissimo Toni Servillo, o una Napoli grigia e malinconica rinchiusa nei propri ghetti. Perdonate se non ho citato qualità tecniche e artistiche.
Ma, in questo caso, preferisco dar luce solo ed esclusivamente alle sensazioni che mi hanno sfiorato la pelle. E se, tra queste, ha prevalso la rabbia significa che “Gomorra” mi ha raggiunto come doveva.
E perché questa rabbia, mista a paura, non riusciamo a proiettarla anche nella realtà? Non una ma migliaia di angosce servirebbero, se non a fermare, per lo meno a far tremare questa triste e inguaribile realtà.
Trama
Entriamo, attraverso punti di vista differenti, nel mondo corrotto della camorra napoletana. Un film-documentario che denuncia una realtà troppo spesso taciuta e che, stavolta, viene fronteggiata tramite l’occhio sincero di Matteo Garrone. Pellicola tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano.
Citazioni
- "Noi risolviamo problemi creati da altri"

Carta d'identità
Titolo originale: Gomorra
Data di uscita (in Italia): Cannes 2008 - 16 Maggio 2008
Genere: Drammatico
Durata: 140'
Regia: Matteo Garrone
Cast: Toni Servillo, Gianfelice Imparato
Da vedere: mi aspettavo un film straordinario per contenuti e tecnica (considerata la pubblicità che ha preceduto l’uscita nelle sale). Un film che resta importante per ciò che affronta, ma che segue (quasi eccessivamente) il filone di un documentario. Coraggioso.

3 commenti:

Ale55andra ha detto...

Potentissimo.
Ale55andra

Roberto Junior Fusco ha detto...

Talmente potente che fa vibrare il tuo corpo.
Sei stata nominata! Se passi da me capisci.

Chiara ha detto...

Grazie a entrambi, siete fantastici "compagni di viaggio".

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