lunedì 27 agosto 2007

L’ abbandono tra le onde


Spesso i titoli dei film riflettono completamente ciò che racconteranno.
Questo non si può certo affermare per “Alla Deriva”, che di trascinante ha soltanto la dolcezza che trasmette la piccola Sara, l’unica rimasta sulla barca ma impotente di calare la scaletta (avendo solo qualche mese).
Andiamo per ordine: essere spettatrice di questa catastrofe cinematografica (ispirata ad una storia vera) non era certo mia intenzione ma trascinata (appunto) dagli amici, non ho saputo rinunciare alla loro compagnia (che me ne siano riconoscenti).
Dopo un preludio che ci fa intendere il legame stretto che unisce questo gruppo di sei amici di vecchia data (con vari ed eventuali intrighi amorosi), entriamo quasi immediatamente nel clou della vicenda: quando la tranquilla crociera sullo yacht di Dan organizzata per festeggiare il compleanno dell’amico Zach, si trasforma in un vero e proprio incubo. E molto presto, anche la pellicola seguirà il suo corso verso il buio non soltanto abissale.
A circa venti minuti dall’inizio, infatti, i sei amici si ritroveranno tra le meravigliose acque dei tropici (loro dimenticheranno quasi subito la bellezza naturale che li circonda), in balia delle onde e della disperazione, incapaci di risalire a bordo a causa di una distrazione di Dan, l’ultimo a tuffarsi insieme ad Amy, noncurante della scaletta.
Da qui in poi, sessanta minuti circa di disperati (e vani) tentativi di ritornare a bordo. Che si può raccontare in un'abbondante ora di azzurro e singhiozzi? Nulla, o quasi, senza cadere nell’ovvio e nell’assurdo (possibile che nessuno ha pensato alle soluzioni più ovvie? Sfruttare il peso minimo di qualche donna, per esempio, piuttosto che appendere ad una corda di costumi un possente omaccione!). La tensione che si prova inizialmente (e che faceva ben sperare) viene sostituita, poco dopo aver preso coscienza che la pellicola non avrà più quasi nulla da dire, dalla noia tangibile. Effettivamente, leggendo la trama, non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso.
La fobia dell’acqua, lo sconforto, il delirio, le false speranze, gli aiuti che non sopraggiungono… tutto già visto, o quasi.
Non esistono film brutti, questo lo penso davvero. Dietro ad un lavoro cinematografico ci sono rinunce ed impegno. Passione e speranza. Non potrei giudicarlo così negativamente, ma non mi ha emozionato a sufficienza.
Il sottotitolo al film consiglia di non allontanarsi dalla riva, in questo caso era meglio farlo dalla sala.

Trama
Dan, diventato ricco dopo il collage, decide di organizzare una rimpatriata con gli amici di sempre sul suo yacht per una splendida vacanza sul mare dei tropici. Tra ricordi di gioventù e racconti di avventure amorose, arriva il momento di levare l’ancora. Approfittando della calda giornata decidono di concedersi un bagno ma sarà proprio questo a trasformare il loro spensierato soggiorno in un incubo infinito. Scesi in acqua, infatti, si accorgeranno di non aver liberato la scaletta, così, in preda al terrore e alla collera per la dimenticanza inizierà la loro lotta per risalire sul ponte o più precisamente, per sopravvivere.

Citazioni
- “Quando ti è stato dato il grado di capitano Nemo?”
- Dan “Lasciatemi stare, ho bisogno di spazio!” – “Perfetto! Qui hai tutto lo spazio che vuoi!”
- “Io credo in Dio e chiedo a Lui di essere salvata” – “Beati coloro che non chiedono niente, perché non saranno mai delusi”
- Dopo aver proposto di sfilare i costumi per creare una corda su cui appigliarsi, una di loro esclama “Non ce la faccio, ho tanto freddo!” – “Indossi un filo interdentale, non una giacca da neve!”
- Dan “Mi dispiace! Non volevo, mi dispiace” – “E’ la cosa più semplice da dire, ma non serve a niente!”

Carta d'identità
Titolo originale: Open Water 2: Adrift
Titolo italiano: Alla deriva
Data di uscita (in Italia): 17 Agosto 2007
Genere: Thriller
Durata: 95'
Regia: Hans Horn
Da vedere: non sentendomi appagata, non saprei trovare il motivo per cui consigliarlo. Per curiosità, forse, dettata dal fatto che Horn si sia ispirato ad una storia realmente accaduta. Deludente.

4 commenti:

FiliÞþØ ha detto...

6 troppo buona...i film brutti esistono, eccome...;)
Quello che dici su questo non mi stupisce affatto...ma il precedente Open Water non era malaccio (non era neanche un capolavoro, ma era abbastanza angosciante...)

Chiara ha detto...

"Sei troppo buona" eheh, me la sono già sentita dire più volte questa frase, mitiK Filì!
Sì, ho sentito che "Open Water" ha avuto un discreto successo, ma dopo di "Alla deriva", non so se me la sento di rituffarmi in mare ;)

Anonimo ha detto...

A Chiaré... spero ti abbiano pagato il biglietto e la cena post/pre-visione...
Ti faremo santa...
Ciao!

Chiara ha detto...

Trinity,
dici che Horn mi deve una cenetta a lume di candela, a base di caviale e champagne?
Pensa che i "soci" si sono addirittura lamentati per il mio (giustificato) ritardo... puah! Per fortuna ci siete voi, ad apprezzare il mio "sacrificio"!

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