mercoledì 17 ottobre 2007

La vendetta di Jodie


Jodie Foster, sa trasformare tutto in oro. Persino una pistola.
E se qualcuno, una volta, ha affermato che “la vendetta è un piatto che va servito freddo”, l’esempio che ci offre Neil Jordan va gustato, certo, ma senza troppe pretese.
Un film che, stando alle (mie) premesse, aveva tutto per meravigliare e che, al termine della visione, non ha stupito.
Non mi ha sorpreso perché Jodie Foster (lei, appunto) resta fra le interpreti femminili che non sbagliano mai. Recita con un’intensità, un’energia, una passione che poche donne al mondo sanno trasmettere. Recita come se le avessero ammazzato davvero una persona così importante. Come se fosse realtà, tutto quell’odio dentro. Come se fosse lì con noi, a raccontarci la prima volta che ha sparato ad un uomo incontrato in un supermercato. E noi, inevitabilmente, la ascoltiamo, la osserviamo, la viviamo con lo stesso piacere, ad ogni film.
Però, la pellicola in sé, si accinge ad enfatizzare il significato vero e profondo di “vendetta”. Da un regolamento di conti, infatti, si trasforma in imprese eroiche della nuova paladina della giustizia.
Come un Batman al femminile che si muove nella notte e ammazza i delinquenti, portando in salvo la gente indifesa. E stranamente senza mai lasciare traccia del suo passaggio. Parte centrale che, a mio avviso, avrebbe potuto incentrarsi sul recupero psicologico e fisico della donna, sulle indagini per scovare le identità degli aggressori, per esempio. Forse, a quel punto, il “castigo finale” avrebbe avuto un altro impatto sugli spettatori. Più sofferto e sentito.
Mentre scorrevano i titoli di coda, inoltre, si è fatto insistente un certo sapore amaro in bocca. Credo sia stato per via dell’atto conclusivo. Un vero peccato che non sia andata come credo la maggior parte di noi, si aspettava. Un gesto eroico di un poliziotto amico, ha invece minimizzato quello di una coraggiosa cittadina qualunque.
I punti a favore, per giustificare il mio voto, naturalmente ci sono (oltre a quello citato nelle prime righe): un cast (fra cui un divertentissimo Nicky Katt, nei panni del detective Vitale. Una ventata “di spirito” sporadico che giova al clima d’odio e paura che, giustamente, invade la sala) di buoni attori, per esempio, e la scena dell’aggressione (alternata fra l’occhio della macchina da presa vera e propria e la telecamera di uno dei bulli “armati” di pugni e idiozia) che lascia l’aria satura di silenzio, ove ogni spettatore resta col fiato sospeso per un paio di minuti, il tempo necessario per afferrare che il dolore che sentiamo non è dovuto alle botte, ma al coinvolgimento emotivo della scena. Immagini che ogni tanto tornano alla mente della protagonista e che fanno male, nello stesso modo, anche a noi.
Ad ogni modo, giustizia è fatta. E l’importante era proprio questo (oltre a ritrovare il cane).

Trama
Erica Bain (Jodie Foster) racconta storie di vita quotidiana, su un'emittente radiofonica newyorkese. La sua vita è fatta di piaceri e di dolori, proprio come qualunque cittadino, condividendo il suo mondo con David (Naveen Andrews ), il suo amato. Quella che sembra una vita come tante, all'improvviso si trasforma in un incubo: durante una passeggiata al parco i due vengono aggrediti da una banda di balordi. Dal tragico evento, Erica perde il compagno ma non la dignità. Acquistata una pistola illegale, decide che è opportuno farsi giustizia da sé.

Citazioni
- Erica Bain (Jodie Foster) "Io non sono una faccia, sono una voce"
- Erica ad un poliziotto "Voi siete i buoni perchè non ho questa sensazione?"
- Vicina di casa di Erica "Sono tanti i modi di morire, ma tu devi trovare il modo di vivere"
- Detective Vitale (Nicky Katt) "La sua fedina penale è più lunga del mio caz..." - Detective Mercer (Terrence Howard) "Allora vuol dire che è incensurato"
- Detective Mercer "Una delle tre pallottole non è andata a segno. Come te lo spieghi?" - Detective Vitale "O è presbite o ha una mira del caz..."
- Erica ad un criminale che ha l'ha intrappolata nella sua auto "Apri le porte!" - criminale "E se non lo faccio?!" - Erica "Sarò l'ultima "superfica" che vedrai"
- Detective Vitale "Le donne uccidono i mariti, i figli, i fidanzati... non uccidono così"
- Un ragazzo testimone, cerca di descrivere la donna che ha visto sulla metropolitana, ad una poliziotta che deve farne l'identikit "Aveva un bel culo... ma tanto non lo disegna il culo no?!"

Carta d'identità
Titolo originale: The brave one
Titolo italiano: Il buio nell'anima
Data di uscita (in Italia): 28 Settembre 2007
Genere: Azione, Thriller
Durata: 161'
Regia: Neil Jordan
Da vedere: perché davanti alla rabbia (e al dolore) di Jodie Foster, non ci si può tirare indietro. Rabbioso.

6 commenti:

Deneil ha detto...

Quindi un po' lo consigli??mm ci farò un pensiero se lo dici tu!

Chiara ha detto...

Lo consiglio "Ni" o "So", a seconda dell'umore. HiHiHi!
Lo consiglio, perchè la Foster rende potente qualsiasi scena.
Ma poi, casomai, non prendertela con me ;)

Anonimo ha detto...

Mah... Non so... Fermo restando la tua bella recensione e le divertenti citazioni, l'idea che uno come Neil Jordan sprechi il suo talento in una versione riveduta e corretta (ma sempre sostanzialmente "fascista" resta) de "Il giustiziere della notte" mi indispone molto...

Chiara ha detto...

Eheheh!
No, dai non soffermarti alla superficie, la profondità è molto più interessante ;)

(hai ragione ma... shhh...)

Anonimo ha detto...

Ok, non diciamolo a nessuno... ;-)

Anonimo ha detto...

Questo film non l'ho conosco ma niente di piu' di quello che dici (facciamo meno)
Ho visto le vite degli altri volevi sapere cosa pensavo, ne ho fatto un piccolo post sul blog, un film straordinario,il resto lo sappiamo.
Ho visto un dvd (2004) in questi giorni veramente carino niente di che ma una commedia proprio bella
"sotto il sole della toscana"
ciao
a presto.

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