martedì 27 maggio 2008

Il ritorno di Indy


Lo ricordo come fosse ieri (a volte il tempo sembra non essere passato mai, in altre occasioni sembra invece inarrestabile e quasi beffardo: credo dipenda dal nostro stato d’animo e da cosa vogliamo effettivamente richiamare alla memoria), ancora abitavo nella vecchia casa ed ancora condividevo la stanza con mio fratello (vivevamo nell’ingenuità di quegli anni, dove a riempire le nostre giornate c’erano il pane e la “Nutella”, i quaderni a quadretti ed il tappeto in mezzo alla stanza, su cui sbucciarsi le ginocchia e sognare di diventare adulti). Sulla parete (quella in corrispondenza del suo letto) vi erano due chiodi: uno reggeva un cappello marrone, l’altro una frusta.
Quando il tappeto non ci bastava più, divano e tivù erano degni sostituti e quasi sempre il videoregistratore (perché i Dvd ancora non esistevano) inghiottiva la trilogia dell’archeologo sempre in cerca di geroglifici, templi e crociate. La trama in sé mi rimaneva oscura ogni volta (credo di essere stata la pedante spettatrice che nessuno vorrebbe mai al proprio fianco: “Chi sono i cattivi? Perché scappa? Perché sanguina? Perché… perché… perché…”, una sorta di fittizio interesse, affinché potessi appartenere anche io al mondo dei grandi e sapienti “Indy - fans”) ma mi porto ancora appresso alcuni fotogrammi che tentavo di assorbire con tanta naturalezza, quanto poi di scacciarli quando tornavano a galla nelle notti silenziose e buie: una su tutte, il sacrificio alla Dea Kalì con tanto di estrazione, a mani nude, del cuore umano ancora pulsante.
E’ il tocco magico ed inarrivabile dell’estro di Steven Spielberg, uno in grado di rendere reale ogni effetto speciale, oggi come vent’anni fa.
Non ho voluto riprendere in mano quelle videocassette, quel divano, quei pomeriggi infantili, piuttosto conservare il mio limbo di inconsapevolezza. Sono entrata in sala con la stessa ingenuità fanciullesca di chi non vuole comprendere sino in fondo, ma soltanto ammirarne la superficie.
Ho rivissuto quegli anni e quelle fragili paure di fronte a sotterranei bui e polverosi, lo stesso ribrezzo davanti ad insetti (stavolta, si tratta di formiche e scorpioni dalle dimensioni raddoppiate) e ragnatele (immancabili, ad indicare che il tempo, in qualche modo, lascia il segno su ogni cosa), mummie e scheletri, sussultato ad ogni cigolio e trappola. Mi sono emozionata rivendendo il sorriso di Marion (Karen Allen), riascoltando “Non toccare niente”. Eccitata per ogni schiocco di frusta e recupero in extremis dell’inseparabile cappello.
Commossa davanti a quegli occhi piccoli, a quel corpo debole, un po’ goffo e un po’ coraggioso (ma, a mio avviso, mai ridicolo come quello di semi-coetanei alla ricerca di sequel storici), a quel viso un po’ paffuto e allo sguardo malinconico, ma pur sempre fascinoso.
Gli perdoniamo tutto a questo meraviglioso Harrison Ford: il suo Indy continua a brillare di una luce stanca, ma tutta sua.

Trama
Fine anni Cinquanta, il clima politico è dominato dalla “Guerra fredda”. I nemici, dunque, sono i soldati Russi, capitanati da Irina Spalko (Cate Blanchett), che tentano di servirsi della conoscenza dell’archeologo Henry Jones Junior (Harrison Ford) per arrivare a trovare il prezioso teschio di Cristallo di Akator, in Perù. Con l’aiuto del giovane Mutt Williams (un temerario Shia LaBeouf in stile Marlon Brando), Indy intraprende questa nuova avventura, nel quale ritroverà nuovi e vecchi compagni di viaggio.

Citazioni
- Indiana Jones (Harrison Ford) “Eravamo giovani” – “Mac" (Ray Winstone) “Ehi, io sono ancora giovane”
- Mac “Che ti devo dire, sono un capitalista e loro pagano”
- Charles Stanforth (Jim Broadbent) “Sembra che abbiamo raggiunto un’età in cui la vita smette di dare e inizia a prendere”
- Indy “Bel gesto, ma non si va con un coltello ad una sparatoria”
- Mutt Williams (Shia LaBeouf) “Non sei male nelle risse, quanti ne hai ottanta?”
- Mutt “E tu saresti un Professore?” – Indy “Qualche volta”
- Indy “Tu liberami ed io ti abbraccio”
- Indy “Oh, Marion. Dovevi proprio farti rapire?” – Marion (Karen Allen) “Vedo che tu non hai fatto di meglio”
- Indy “Allora che fai, il triplo gioco?” – Mac “No, ho solo mentito sul doppio gioco”
- Indy “Il sapere era il loro tesoro”
- “Quanto della vita umana va perduto nell’attesa”

Carta d'identità
Titolo originale: Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull
Titolo italiano: Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo
Data di uscita (in Italia): Cannes 2008 - 23 Maggio 2008
Genere: Azione, Avventura
Durata: 126'
Regia: Steven Spielberg
Cast: Harrison Ford, Shia LaBeouf, Cate Blanchett, Ray Winstone, Karen Allen, John Hurt, Jim Broadbent, Alan Dale, Joel Stoffer
Da vedere: è impedibile, per il semplice fatto che è dell’intramontabile Indiana Jones che stiamo parlando. Fedele.

martedì 20 maggio 2008

La favola dolce di “Junbruco”


Siete in grado dare forma alle emozioni attraverso questo display? Provate ad immaginarlo come mare aperto, non limite: attraverso i suoi colori e le sue profondità. Oltre lo schermo, l’infinito. Abbiate fantasia. E soprattutto liberatevi di ogni falsa severità. Solo così, entrerete a far parte del “pazzo” mondo di Juno/Junbruco (Ellen Page). Un universo totalmente a sé: colmo di curiosità, autoironia e beata strafottenza. Ci piace questa sedicenne tutta brio e succhi di frutta: la adoriamo anche se da anni non ci sediamo su un banco di scuola, da tempo abbiamo perso la verginità, da “secoli” non ci sentiamo appagati dalle piccole cose. Ci affezioniamo a lei perchè ha tutti gli ingredienti per piacere a chiunque, e se così non fosse… “chi-se-ne-frega”: semplice, ingenua ed incurante delle mode. Ma mai così immatura da risultare banale. Personalmente seduta lì, su quella poltrona un po’ comoda un po’ consunta, mi sono sentita padrona di me stessa, delle mie scelte, dei miei errori, ma comunque capace di plasmare la mia quotidianità. Lasciando alle spalle il grandeschermo, invece, sono tornata a vivere in funzione degli altri, a fondere la mia vita con quella di chi mi vive accanto, anche quando non parrebbe né utile, né vantaggioso.
Invece Juno non ci somiglia, ma rispecchia ciò che (spesso) vorremmo essere (o sembrare). A volte più matura e veritiera degli adulti che la circondano, a volte legittimamente bambina: con quello “slang” tutto giovane, con quell’immaturo “concetto vegetariano” di gravidanza (si porta appresso questo “panciotto”, come se fosse un fagiolo da coltivare) e quella baldanza quasi imbarazzante. Ci piace proprio tanto.
Troviamo (quasi) perfetto ogni angolo di questo film, che sia concavo o convesso, ci emoziona comunque. Il cast, per esempio, è molto ben assortito: in rilievo il padre di Juno (J.K. Simmons - ce lo ricordiamo arrogante ed anche un po’ ottuso, nelle vesti del datore di lavoro di Peter Parker nella trilogia di “Spider Man”), probabilmente fonte principale di quell’ironia che finisce per irradiare la vita della figlia, o ancora il ragazzino della protagonista, Paulie (Michael Cera), timido ed inesperto ma spavaldo se necessario. Ogni singolo componente, ad ogni modo, mostra qualità per le quali andrebbe menzionato, ma è divertente imparare a conoscere ciascun personaggio attraverso le reazioni e le vicissitudini di cui è vittima (o carnefice).
Viene facile qualificare questa pellicola servendosi di soli aggettivi (piuttosto che fronzoli inutili), due su tutti: fresco e colorato. “Fresco” poiché palese è l’inflessione con il quale viene affrontata la fragile tematica dell’aborto, senza impegno “spremimeningi”, piuttosto con rispetto ed intelligenza. “Colorato” perché ogni nota lasciata sullo spartito è immediatamente orecchiabile: vivace è la colonna sonora, energica è la protagonista, colorati sono gli abiti e i dialoghi. Non ci si stanca mai di tutta questa vitalità. Anche quando sopraggiunge la commozione.
Pellicola che diverte, commuove e che ci fa sentire riflesso dei nostri errori, orgogliosi delle nostre imperfezioni e piccoli di fronte alle scelte della vita. Dunque, autentici nel nostro essere uomini.
Trama
Juno MacGuff (Ellen Page) ha sedici anni e una gran voglia di saziarsi di ogni briciola che il mondo le offre. Disgraziatamente, però, per un errore di ingenuità si trova a dover affrontare una gravidanza inattesa. Con grande coraggio e senso del dovere (ed alle spalle un padre molto in gamba) decide di partire alla ricerca di due genitori all’altezza di crescere il suo bambino.

Citazioni
- Bottegaio rivolgendosi a Juno intenta ad osservare il test di gravidanza evidentemente positivo "Non è una lavagnetta magica, questo è uno scarabocchio che non si può cancellare"
- Leah (Olivia Thirlby) "Juno?" - Juno (Ellen Page) "No, sono Morgan Freeman, hai qualche osso da collezionare?"
- Juno "Di solito, una gravidanza porta ad un neonato"
- Mac MacGuff (J. K. Simmons) padre di Juno "Chi è il ragazzino?" - Juno toccandosi la pancia "Ehm, in realtà non lo conosco molto bene, però so che ha le unghie" - "Juno, intendevo dire il padre del bambino"
- "Hai saputo che Juno è incinta, come le nostre madri e le Prof?" - Paulie Bleeker (Michael Cera) "Sì" - "E hai saputo che è tuo?" - "Sì" - "Dovresti farti crescere i baffi" - "C'ho provato, ma non mi vengono"
- Paulie "Sembri sempre più incinta, ogni giorno"
- Genitori di Juno "Stai attenta" - Juno "Sono già incinta quale altro pastrocchio potrei combinare?"
- Juno a Leah "Dentro di me scorre la vita, dentro di te cibo messicano"
- Juno "Mi piace essere un pezzo d'arredamento nella tua vita strana"
- Vanessa (Jennifer Garner) "Una donna diventa madre quando è incinta. Un uomo diventa padre quando nasce il bambino"
- Vanessa al marito (Mark - Jason Bateman) "Se devo aspettare che tu diventi Kurt Cobain, io non sarò mai madre"
- Mac "Ciao versione espansa di "Junbruco", dove sei stata?" - Juno "Fuori ad occuparmi di cose ben al di sopra del mio livello di maturità"
- Mac "La persona giusta pensa che caghi rose dal sedere"
- Juno "Sto perdendo fiducia nella civiltà umana" - Mac "Puoi restringere il campo?"
- Juno "Sei la miglior persona che abbia mai conosciuto e poi non ti sforzi nemmeno"
- Juno "Tu sei stupendo" - Paulie "Possiamo pomiciare ora?"
- Leah "Ehi Juno, guarda che potresti avere un parto prematuro se vi succhiate in quel modo"
- Juno "So che uno dovrebbe innamorarsi prima di riprodursi ma credo che la normalità non faccia per noi"
- Juno "Sei un amante part-time e un amico full time"

Carta d'identità
Titolo originale: Juno
Data di uscita (in Italia): Roma 2007 - 04 Aprile 2008 - Nominations Oscar 2008
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 91'
Regia: Jason Reitman
Cast: Ellen Page, Michael Cera, Jennifer Garner, Jason Bateman, Olivia Thirlby, Allison Janney, Rainn Wilson, J.K. Simmons, Candice Accola, Cameron Bright, Daniel Clark
Da vedere: per colorarsi un po’. Il grandeschermo diventa sorgente continua di energia. I bizzarri (ma ad effetto) titoli di testa (accompagnati da una bellissima “All I Want Is You” di Barry Louis Polisar) ne sono una prova (semmai ce ne fosse bisogno).

sabato 17 maggio 2008

Un mezzo… per un fine


Assente troppo a lungo dalle sale cinematografiche (giustificata: tutta colpa della distribuzione valtellinese, ben al di sotto da quelle che sono le mie preferenze) avevo quasi dimenticato quella sensazione di eccitazione (che si prova soltanto quando l’adrenalina si mescola con il sangue: emozione che non apparirà esagerata per chi, come me, non si dimentica mai di portarsi appresso una sana passione) che attraversa il mio corpo di spettatrice, quando le luci si abbassano. Fanno sentire viva.

“21” proietta lo spettatore nel mondo ambiguo del gioco d’azzardo, dove si rischiano soldi e dignità, dove si è di continuo sospesi tra il fato e la presa di coscienza, in equilibrio su un filo troppo sottile per concedersi anche solo il più trascurabile degli errori. Un film, a mio avviso, eccessivamente duraturo tenendo presente quel che ha da raccontare ma che, malgrado abbia letto il contrario, può contare (oltre alle carte) sull’ottimo Kevin Spacey, sull’esperienza di Laurence Fishburne (è sempre apparso così paffuto e maledettamente malvagio?) e l’ingenuità di Jim Sturgess.
Una pellicola che ricorda l’estro di Charlie (Tom Cruise) in “Rain Man”, a metà strada fra i colpi di scena di “The Departed” (mi riferisco alla “forma” non al “contenuto” che, naturalmente, non è paragonabile) e le strategie di Ocean e i suoi Eleven, Twelve o Thirteen. Con l’ “unica” differenza di non saper stupire mai abbastanza.
Siamo spettatori della vita di un ventenne qualunque con l’ambizione di studiare medicina ad Harvard, perennemente squattrinato che si arrangia come può per guadagnarsi da vivere onestamente ma che improvvisamente, complice la sua intelligenza ed un Professore indiscutibilmente furbo, si vede cambiare la propria vita. Niente di particolarmente nuovo ai nostri occhi, ma comunque godibile.
Un film senza troppe pretese, se non quella di tenere buona compagnia e (soprattutto) di vedermi di nuovo in sala, mai sazia di emozioni e in cerca del “film perfetto”. Che non è questo.
Trama
Ben (Jim Sturgess) deve trovare 300000 dollari per poter pagare la rata di iscrizione all’università di Harvard. Accecato dall’ambizione di potersi permettere gli studi nel più antico ateneo americano, accetta senza troppe lusinghe di entrare a far parte di un circolo di studenti (capitanati dal Professor Micky Rosa - un riuscito Kevin Spacey) che ogni week-end si reca a Las Vegas per cercare fortuna al Blackjack. Sfidando la sorte, attraverso un metodo (apparentemente) infallibile nel quale ognuno gioca un ruolo minuzioso e fondamentale, tentano di sbancare i Casinò sotto mentite spoglie sino a che, sulla loro fortunata strada, incontrano uno spietato responsabile, Cole Williams (Laurence Fishburne).

Citazioni
- Amico di Ben “Vediamo: mi stai dicendo che hai abbandonato il progetto perché te la spassavi a rimorchiare belle donne e fare un sacco di soli? Ti perdono, anche io avrei fatto lo stesso”
- Jill Taylor (Kate Bosworth) “La cosa migliore di Las Vegas è che lì puoi diventare quello che vuoi”
- Ben Campbell (Jim Sturgess) “Per la prima volta in vita mia la vita mi si presentava facile”
- Cole Williams (Laurence Fishburne) “La sua fortuna finirà, succede sempre”

Carta d'identità
Titolo originale: 21
Data di uscita (in Italia): 18 Aprile 2008
Genere: Drammatico
Durata: 125'
Regia: Robert Luketic
Cast: Kevin Spacey, Laurence Fishburne, Kate Bosworth, Jim Sturgess, Liza Lapira, Sam Golzari, Aaron Yoo, Jack McGee, Kal Thompson, Rebecca Marshall
Da vedere: per passare una serata piacevole, sognando auto di lusso, una sdraio, un cocktail analcolico alla frutta ed una palma sotto cui ripararsi per cercare un po’ di ombra.

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