mercoledì 10 dicembre 2008

Il coraggio di una madre


Solo al termine di “Million Dollar Baby” avevo respirato la stessa vaga atmosfera. Un silenzio inviolabile che fende l’aria e riempie la bocca di un gusto amaro; nessuno ha il coraggio di interrompere questa sacralità, con quella sensazione di angoscia ancora viva e che serra la gola. Rabbia, dolore e timida speranza. Quante emozioni in un fazzoletto di qualche ora.
La pellicola ha inizio con un colore incerto illudendoci di un opaco bianco e nero, ma quando il rosso acceso delle (splendide) labbra di Angelina Jolie irradia la scena (in perfetto contrasto con il viso pallido) comprendiamo che l’effetto è legato all’epoca a cui si riferisce la storia. All’America degli anni venti, quella spietata, moralista e fermamente corrotta. Nulla lasciato al caso, dunque, ma di questo non avevamo dubbi.
Le riprese ravvicinate (moltissimi primi piani) rafforzano l’empatia che si viene a creare come filo conduttore fra il pubblico e i personaggi e che si fortifica grazie alla bravura di un cast selezionato con minuziosità: una su tutti è proprio lei, Angelina Jolie che non solo diffonde bellezza e sensualità, ma anche (e soprattutto) quel senso materno (che colleghiamo, probabilmente, alla vita privata) insito in ogni donna, con un’ammaliante espressività che non le avevo mai riconosciuto. In alcune situazioni la scelta di un’attrice di questo calibro pare peccare di egocentrismo: la sua ammiccante femminilità, ornata dal trucco e dall’eleganza, non si armonizza con le mura fredde e invalicabili di un manicomio. Incongruenza immediatamente lasciata alle spalle, quando il suo grido disperato di madre tormentata dal dolore, chiede verità.
Clint Eastwood, è maestoso nel ricreare atmosfere di rara bellezza, pur toccando situazioni di crudele drammaticità. Stavolta, però, ho avuto l’impressione di venire inghiottita (così tanto, da non accorgermi della lungaggine alla quale andavo incontro) da un vortice di pathos senza freni. In sostanza, se nei lavori precedenti ci si sentiva schiacciati dall’evolversi dei fatti, in questa occasione l’impotenza è ancora più grande: il dramma coinvolge piccoli innocenti e viene raccontato senza particolari filtri.
La sensazione è quella di aver sfiorato un quasi capolavoro. Alla ricerca forse di un finale definitivo (e gradevole, dopo tanto dolore) che tarda ad arrivare e si spegne in una timida speranza ma che mantiene, comunque, l’identità di un film imperdibile.
Ricordate di portarvi appresso uno stomaco di ferro.
Trama
Los Angeles, 1928. Christine Collins (Angelina Jolie) è madre del piccolo Walter e lavora come responsabile in una società telefonica. In un giorno come tanti, al rientro dal lavoro trova la casa vuota e il piccolo misteriosamente scomparso. Dopo cinque mesi, la polizia le riconsegna un bambino che corrisponde alla descrizione del piccolo Walter. La madre è però convinta che non sia suo figlio e, con un coraggio invidiabile, lotta per scoprire la verità. Sostenuta dal Padre di una Chiesa presbiteriana (John Malkovich) e da un onesto poliziotto (Michael Kelly), Christine adempie al suo dovere di madre, a costo di mettere a repentaglio la sua stessa vita.
Citazioni
- "Non bisogna mai iniziare una battaglia. Ma se si comincia bisogna andare fino in fondo"
Carta d'identità
Titolo originale: Changeling
Titolo italiano: Changeling
Data di uscita (in Italia): Cannes 2008 - 14 Novembre 2008
Genere: Drammatico
Durata: 140'
Regia: Clint Eastwood
Cast: Angelina Jolie, John Malkovich, Riki Lindhome, Amy Ryan, Colm Feore, Devon Gearhart, Jeffrey Donovan, Kelly Lynn Warren, Devon Conti
Da vedere: perché non lascia scampo e resterà eterno. Un mezzo capolavoro. Commuovente.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post è davvero straordinario, e non lo dico tanto per dire. Forse uno dei migliori che ho letto su questo splendido film.
Ale55andra

Anonimo ha detto...

Questo film è per me stupendo.

domenico ha detto...

bellissimo, voglio rivederlo al più presto
grande film di un cineasta capitale

Chiara ha detto...

- ALE: non posso far altro che ringraziarti. Il tuo giudizio (e sono sincera) è molto importante per me.
- PAOLA: mi spiace che la promessa di vederlo insieme non sia stata possibile. L'emozione che ci ha trasmesso, però, ci tiene unite.
- HONE: è un po' che non ci scriviamo. Scusa, è mancanza di tempo. Spero di rifarmi e leggere tutto ciò che ho perso sul tuo Blog. Film straordinario.

Barbara Tampieri ha detto...

Ciao Chiara, ogni tanto passo di qui...
Ho appena visto questo film in DVD e ne sono rimasta totalmente catturata. Eastwood è un grande, uno dei pochi maestri del cinema rimasti. Ma avete notato che sta facendo film più liberal di Redford?
Stupenda Angelina Jolie, coraggiosamente dimagrita a donna-crisi e annichilita dal dolore. Bellissimo il messaggio di speranza finale, così vero in chi non vuol rassegnarsi alla perdita di un figlio ma continua a cercarlo. Grandi momenti di cinema, come l'arrivo al ranch in stile Leone, le atmosfere alla Ellroy, e l'incubo kafkiano nel quale precipita Angelina.
Non vedo l'ora di vedere Gran Torino, a questo punto.
Ma è vero che dopo l'ultimo, Clint non reciterà più?
Un saluto a tutti.

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