venerdì 6 aprile 2007

Una pessima reputazione... per Craig

Le passate interpretazioni di Daniel confermano quanto, vestire quello smoking di Bond (“Era come un guanto”- ha dichiarato), sia stata una svolta non indifferente alla sua carriera, abituato ad impersonare ruoli “scomodi” (sarà anche in questo la sua bellezza? Basta bravi ragazzi!Sguardo “spietato” e lineamenti tutt’altro che gentili… lo rendono specialmente diverso).
Infamous – Una pessima reputazione” (in uscita il 12 Gennaio 2007) ci racconta ,dagli occhi di Douglas McGrath (regista/sceneggiatore), la vita dello scrittore Truman Capote. Questa pellicola esce, quasi in contemporanea, con “Capote – A sangue freddo”: ci si chiede, allora, se il cinema non abbia più storie da raccontarci. Non è così, “Infamous” non assomiglia a nessun altro: non prende in considerazione la nascita di un brillante giornalista e scrittore (reso famoso da “Colazione da Tiffany”), ma la qualità di questa pellicola sta nel trasmettere in modo naturale i sentimenti, quelli difficili e tormentati, di un uomo che voleva far di sé un mito, ma che inevitabilmente si è piegato all’ovvietà (di cosa?) dell’amore (?).
Veniamo al film: può, una pellicola, avere senso solo ad un’ora dall’inizio? E se questo senso coincide con l’ingresso in scena di un irriconoscibile Daniel Craig (capello castano con lenti scure)? Guardare la pellicola per crederci: ho messo da parte il mio amore per lui e vi scrivo con una attendibile imparzialità (almeno per ora). La trama, si piega verso emozioni incontrollate solo a metà tempo. Ma ne vale la pena.
Il film, può essere scomposto in due sfaccettature che non solo l’intervallo separa fisicamente: l’una, la prima, si snoda come un comune film biografico: raccontandoci di una quotidianità colma di serate chic con politici ed intellettuali di una certa elite, di stravaganza e superiorità (tratta, non solo i suoi personaggi, ma anche chi gli sta intorno come esseri inferiori alla sua maestosa eleganza) che lo rendono invincibile a qualsiasi emotività. Prima parte che mette alla luce lo straordinario talento di Toby Jones nei panni di Truman- che mesi dopo l’uscita del film dichiarò: “Non avrei mai immaginato di baciare James Bond. Non è stato male. E spero di essere il primo di una lunga serie”.
E’ il seguito che, oltre a cambiare per sempre le sorti del protagonista, prende un ritmo assolutamente diverso e più interessante: correndo parallelamente a quello di un thriller.
Capote, apprende dai giornali, di un quadruplo omicidio di una ricca famiglia (i Clutter) del Kansas. Decide così di partire, insieme all’amica di infanzia Herper Lee (Sandra Bullock), interessandosi al caso come prossima trama del suo romanzo. Non senza difficoltà, inizia una serie di ricerche su un caso che però resta irrisolto per molto tempo. Quando i killer (già perché, sono due) vengono catturati, Truman desidera relazionarsi con loro affinché il suo libro prenda una piega completamente conforme alla verità. Il primo dei due (Dick), sembra piuttosto loquace, caratteristica troppo comune e che quindi lo rende poco interessante. Il secondo, Perry Smith, è un uomo silenzioso, freddo (“delicatezza e brutalità fianco a fianco dentro di sé”- lo descrive lo scrittore con parole mai più consone al soggetto) e chiuso nel suo piccolo mondo che non sembra essere solo di mura e sbarre.
Questo attrae molto la curiosità artistica di Capote che cerca in tutti i modi di avvicinarsi a lui. Non essendo semplice, Truman, propone dapprima un rapporto epistolare e, per permettergli di conoscerlo meglio, fa il gesto più ovvio per uno scrittore: regala a Smith i suoi romanzi (una passione per il detenuto). Quest’ultimo, però, risponde a Truman con un secco “Sei bravo, ma manca la delicatezza”; frase che, per uno abituato alle lodi degli amici, rimane inebetito (e lo congeda con un”Una cosa inaudita, ti senti dire che il tuo lavoro manca di delicatezza, da uno che ne ha uccisi 4!"). Dopo questo episodio, lo scrittore decide che è arrivato il momento di guardarsi da vicino, importante che vi presenti questo scambio (dolce e crudo) di battute:
Truman: “Senti, ho dedicato tutta la mia vita a un solo scopo: la creazione di una grande opera d’arte”. – Perry, sorride – Truman: ”Non ridere di me” – Perry: “Per tutta la vita non ho voluto altro che creare un’opera d’arte. Cantavo e nessuno ascoltava. Dipingevo e nessuno guardava. Ora, io e Dick, abbiamo massacrato quattro persone e quale sarà il risultato? Un’opera d’arte. Se devo aprire il mio cuore per te, devo essere sicuro che lo faccio con qualcuno che lo sa ascoltare. Non la sai scrivere la mia storia!” – dice tutto questo con un’espressione sul volto che racchiude tutto il suo ingegno.
Ed invece, da questo pensiero, nasce una delle più belle storie al quale (da spettatrice) abbia mai assistito: vera, perché unica. Pulita, perché i due sono in grado di essere sé stessi solo insieme. Dolorosa, perché il destino ha voluto che il motivo che li ha uniti, li portasse insieme anche alla separazione. Rapporto che avrà fine (o inizio?) nella scoperta dell’amore di uno per l’altro, in sentimenti repressi troppo a lungo (quella scena, seppur sofferta (da me), racchiude la professionalità dei due attori). Un film che merita occhi e cuore, soprattutto negli ultimi istanti (la scena- di fortissima tensione- all’interno della cella, quando Perry pretende spiegazioni sul titolo del libro, tende qualsiasi muscolo rilassato), reso solido dalla bravura (indiscutibile ed oggettiva) dei due protagonisti.
Una storia bellissima, piena di disperazione ed angoscia, e che vuole solo raccontarci perché Truman non ha mai più voluto immergersi in altri romanzi (solo una raccolta di racconti e un romanzo rimasto incompiuto): inutile cercare altrove, l’amore lasciato tra le righe di quel “A sangue freddo”, era l’unico che potesse provare la sua “umanità”.

Titolo originale: Infamous
Titolo italiano: Una pessima reputazione
Data di uscita (in Italia): 12 Gennaio 2007
Genere: Biografico, Drammatico
Durata: 118'
Regia: Douglas McGrath
Da vedere: per chi non conosce lo scrittore Truman Capote e per chi vive un amore difficile. Sincero.

1 commento:

Barbara Tampieri ha detto...

Dovrebbe uscire a breve in DVD a noleggio. Mi intrigano i biopic, soprattutto quando sono coinvolti grandi attori.
Su Daniel con le lenti a contatto scure. Vorrà dire che dovremo concentrarci sul suo "perfectly formed arse".

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