lunedì 9 aprile 2007

Non solo cinema...


Apro una piccola (ma così grande che non può essere che spalancata) finestra, sui telefilm alla tv
E considerato che, questo blog, ha bisogno di sola aria buona, prenderò in esame non I telefilm ma IL telefilm, quello che mi fa utilizzare il telecomando una sola volta, per sintonizzarmi sul canale giusto, senza il desiderio irrefrenabile di afferrarlo e scagliarlo- modello frisbee- contro quella “scatola” che, se la chiamano “spazzatura” ci sarà un perché, ha rarissimi cult che vale la pena salvare dall’estinzione.
La passione per il Dottore più cinico ed insopportabile (ma non arriveremmo ad amarlo tanto, se così non fosse) del globo nasce per caso, in una sera nel quale non avevo un buon libro da leggere, un gioco della play station in cui cimentarmi o qualche sito internet così interessante da perderci delle ore, non avevo nulla al di fuori di quel dannato “contenitore di rifiuti”. Presa dallo sconforto più totale nel quale quella costrizione mi ci aveva portato, ho acceso il televisore (Italia Uno) ed un uomo con barba incolta e grandi occhi azzurri, zoppo e pure senza camice pretendeva di avere ragione su una diagnosi ad un paziente che nemmeno aveva visto e visitato.
Ebbene, da quel giorno, Gregory House è semplicemente entrato a far parte dei Mercoledì sera (poi spostato al Venerdì), dei più grandi attori della mia parade e della mia collezione di Dvd.
Se un medico del genere si presentasse sul pianeta terra, vi affidereste alle sue cure? Pochi amici (solo il collega Wilson, che ultimamente, però, sembra aver iniziato a vacillare), un divorzio alle spalle, scorbutico, schizzinoso nel contatto umano, gentilezza dimenticata in chissà quale libro universitario, un sarcasmo senza precedenti… eppure, con un talento professionale- e non parlo solo di finzione- da far invidia ai migliori medici (sto considerando il mondo intero, dato che le vicissitudini più recenti confermano che in Italia, per quanto concerne la sanità…). E’proprio l’irraggiungibile ingegno (con buona dose di sregolatezza) a tener in piedi la carriera di House (un medico del genere, in condizioni normali, avrebbe avuto molti più nemici pericolosamente minacciosi) che, insieme alla sua equipe (i dottori Cameron, Chase e Foreman), si imbatte in casi sempre più complessi, insoliti e che nel mondo reale ci vorrebbero stagioni (ed anche se non ci sono quasi più, pure le mezze stagioni) per risolverli (ma probabilmente sarebbe anche troppo tardi).
Ho spesso sentito criticare il fatto che ogni puntata assomiglia alla precedente, che House è esageratamente senza “macchia” e che con il trascorrere degli episodi i casi alla fine si ripetono cadendo inevitabilmente nell’ovvietà e nel soporifero.
Vi assicuro (e con me, qualsiasi altro “paziente”- permettetemi l’ironia contagiosa di House- fedele spettatore) che non è così, soprattutto nella III serie (che riprenderà a Settembre) quando ci si accorge che i colpi di scena sono ormai incontrollabili.
Per perdere la testa- senza più speranza di ritorno (come è accaduto a me)- per l’intero ospedale diretto dalla remissiva Cuddy sarebbe necessario seguire ogni episodio a partire dalla genesi (per poter conoscere ed apprezzare maggiormente le storie di vita di ognuno dei protagonisti- e perché no, affezionarsi ad uno di loro) quando “Dottor Hose Medical Division” non sapeva ancora con quanto (meritato) entusiasmo sarebbe stato accolto in mondovisione.

La grande cosa della vita é che ha le sue qualità.
(Dr. Gregory House - Hugh Laurie)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto carino il tuo commento sul telefilm.Trovo originale utilizzare la "cinicità" del Dottore come motore della serie..... però io non mi fermerei solo a Gregory House, in quella spazzatura chiamata Tv c'è dell'altro da rovistare.......
Tuo Miki

Barbara Tampieri ha detto...

Dr. House è un grandissimo fijo de 'na mignotta, ma è adorabile.

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