lunedì 8 dicembre 2008

AsSENZA


Antepongo, per correttezza e precisione, questo editto che sarà utile a me stessa per affrontare questa analisi e a Voi per fare luce su questa realizzazione che non necessita di essere catalogata ma esige semplicemente la parte più umile di Voi stessi.
Anzitutto eviterò, per quanto possibile, di chiuderlo nella morsa di in genere. Ne verrebbe soffocato il senso. Da spettatrice fedele, quale mi sento di essere, prima di visionarlo ne sentivo l’urgenza. Ad opera conclusa, il bisogno era un altro.
In secondo luogo, cercherò con tutte le mie forze di filtrare il sentimento che mi lega a questo progetto, sviscerando ogni emozione escludendo la sfera affettiva.
Ricordo, tuttavia, che siamo fatti di sangue, cuore ed emozioni. E se il corpo mente, l’anima mai.

L’assenza è privazione di/da qualcosa. E’ silenzio, sofferenza e perdita. Inevitabilmente fa pensare ad un dolore incontrastabile. Pur riferendosi ad un concetto astratto, l’assenza è tangibile. Stravolge, disarma e rende umani.
Senza” è un viaggio di parole, in cui ciascun artista interpreta se stesso. Un’opera cinematografica di libertà assoluta, dove l’attore non indossa la fittizia maschera di un copione e lo spettatore annusa aria di sincerità; chi si trova davanti alla telecamera non prevede di inciampare nei fili invisibili di un burattinaio piuttosto in quelli delle proprie ombre.
Questo lavoro è privo di colori, ma carico di veridicità, paura e ricordo. E’ un cammino in salita, tutt’altro che semplice. Ma realizzato con umiltà, attraverso il potere incontrastabile del sentimento. Le sfumature di grigio, in tanto bianco e nero, ricordano che il dolore (come la vita) non va vissuto per mezzo di sentimenti nitidi alla ricerca di una solida certezza, ma attraverso gradazioni emotive profonde, un percorso intimo come personale risulterà questa visione.
Ogni spettatore verrà catturato da una sofferenza differente, frutto della propria esperienza e della sensibilità individuale. Ciascuno trasportato dall’impeto di pensieri e dolori, così intensamente da riuscire a portarsi appresso la fatica di una visione non facile.
Alla passione di Sabrina (Paravicini – molti la ricorderanno per Jessica, l’infermiera di “Un medico in famiglia”) si unisce la giovane energia di Matteo (il fratello della regista): nasce così “Senza”, una cronistoria sobria e spontanea interpretata da personaggi più o meno noti, che si mettono “a nudo” di fronte alla tematica della perdita. Dal punto di vista filosofico (incantatore Philippe Leroy), quello spirituale, geografico, sentimentale.
Gli attori vengono volutamente lasciati liberi di muoversi e di esprimersi e così ci accorgiamo come i gesti e le sensazioni si prendano per mano. E come i volti, per la maggior parte lasciati liberi dal trucco, diventino espressivi nell’immediato. E’ un gioco semplice, ma che generalmente nel mondo del cinema, viene a mancare.
Ogni uomo, nella vita, ha perso qualcosa o qualcuno. Per questo, la pellicola, raggiunge lo spettatore come un’emozione travolgente e vissuta. Nonostante non vi sia immediatezza e sebbene il concetto sia tutt’altro che digeribile.

“Assenza” è una parola il cui suono riempie la bocca, un urlo sordo che vorremmo far tacere. Questo lavoro ha avuto il coraggio di dar voce a questo “vuoto” e se tanto è difficile affrontarlo, a realtà ritrovata e sipario calato, sarà più semplice sentirsi vicini agli altri.

Carta d'identità
Lungometraggio sull'uomo e sul sentimento della perdita
Regia: Sabrina Paravicini
Soggetto: Sabrina Paravicini
Riprese e fotografia: Sabrina Paravicini
Montaggio: Sabrina Paravicini - Matteo Paravicini
Musiche: Jonis Bascir
Durata: 84'

2 commenti:

Roberto Junior Fusco ha detto...

Dove lo hai visto questo interessante film di cui non sapevo niente? Si trova nelle sale o nei negozi?

Chiara ha detto...

Robert, da quel che Sabrina ha fatto intendere, la pellicola non si sa ancora che "giro" farà. Spero tu (e chi ne è interessato) possa vederlo, anche solo per il plauso di coraggio che merita.
Bravo, ho letto un po' di post che avevo lasciato indietro, proprio bravo.

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