giovedì 3 maggio 2007

La politica di Sean Penn

Quando state per assistere ad un film dove nel cast figura il nome di Sean Penn, sappiate che la visione non sarà solo divano (o poltrona), bibita e pop-corn. La trama vi spremerà così tanto le meningi da farvi credere di aver appena assistito ad una lezione sugli orbitali atomici. Dunque, chi non ama il genere “impegnato”, non amerà mai Sean Penn.
Io, invece, lo adoro immensamente, senza pudore né mezzi termini, ed ogni sua interpretazione è una certezza di maestosa bravura. Inarrivabile.
Penn e la politica non corrono sullo stesso binario, ma nemmeno guardano nella stessa direzione: fuori dal set l’attore americano è, infatti, attivamente impegnato in una campagna contro “colui che dà vita a guerre che non esistono” (non ritengo opportuno fare nomi). Guardando “Tutti gli uomini del re” (e sapendo anche che Sean non interpreta ruoli casuali) ho avuto l’impressione che la scelta di vestire i panni di Willie Starks abbia avuto lo scopo (probabilmente, non solo questo) di denunciare una realtà politicamente preoccupante. Infatti, il film diretto da Steven Zaillian, dà voce (e la alza pure) a chi “vede” ma non può parlare, uno spiraglio di luce su ciò che gli uomini potenti si prendono cura di nascondere (almeno di qualcosa si preoccupano).
Il film ha inizio con un primissimo piano di Jake Burden (Jude Law), supino, intento ad osservare il soffitto di una casa che non avrà mai nome. Le sue parole, recitate davanti a sé stesso, mi hanno fatto supporre che avevo a che fare con una pellicola dove non avrei mai smesso di prendervi appunti: non mi sbagliavo, i contenuti di questo film sono più che profondamente veri.
“Per trovare qualcosa, qualsiasi cosa,
una grande verità o un paio di occhiali smarriti,
bisogna credere che nel trovarla se ne trarrà
qualche vantaggio”.

Willie Starks (Sean Penn) è un signor “nessuno”, impegnato a regolare gli affari dello Stato, in una piccola cittadina della Louisiana. La sua ordinaria vita, però, sterza improvvisamente quando si trova nelle mani uno scandalo politico: scopre, infatti, che i fondi destinati alla costruzione di una scuola furono spartiti da tre uomini politici impegnati nella realizzazione del progetto. La struttura, che fu di conseguenza realizzata con materiale “scadente”, subì un grave incendio dove morirono tre bambini.
Dopo la scoperta, Starks rivela pubblicamente la disonestà, prendendosi a carico tutte le sofferenze di un popolo, stanco di avere a capo potenti sleali. Uno di questi, Tiny Duffy (James Gandolfini) vede in quest’uomo, gonfio di orgoglio, un possibile nuovo Governatore e lo convince a candidarsi alle prossime elezioni.
Comincia così (dopo una serie di flash back che capiremo solo col procedere della storia), la campagna del nuovo candidato scortato dallo stesso Duffy, dalla segretaria Sadie Burke (Patricia Clarkson) e dal giornalista Jake Burden (Jude Law)- quest’ultimo definisce così la sua presenza in questa campagna: “Io sono solo qui per guardare, come un passante che guarda un incidente”, ma non sarà così.
Col passare dei giorni, però, il nostro Willie deduce che l’appoggio di Duffy è in realtà una “falsa mano amica”, in quanto si limita ad approfittare di Starks per ottenere ciò che desidera. Una volta “solo”- in realtà non si disferà del tutto di Duffy- Starks porta alla luce i suoi progetti, davanti ad un popolo fatto di (“zotici”) contadini e poveri di strada, promettendo loro strade, ponti, scuole, ospedali. Nella sua politica non c’è spazio per gli autorevoli: “Il potere è in mano ai senza potere e loro l’hanno affidato a me!”.
Con la più cruda (e perché no, anche crudele) sincerità, Willie conquista il “suo” popolo, vincendo alle elezioni con assoluta facilità (si sa, i poveri sono più numerosi dei ricchi). Una volta acquistato il pregevole titolo, però, il Governatore si troverà solo davanti alle sue promesse ed ai suoi desideri di uomo libero. Tutti i potenti, infatti, si schiereranno contro di lui, con quale denaro allora riuscirà ad avere ciò che aveva progettato?
Inizia così la vita politica di Starks, tra corruzioni ed amanti, tradimenti e nemici (un grande- e quando non lo è?- Anthony Hopkins interpreta il Giudice Irwin, che non solo metterà in difficoltà la carriera di Willie, ma risulterà una figura fondamentale per Burden).
Il politico è, per me, l’unico uomo in grado di mentire anche a sé stesso. Riuscirà, dunque, il Governatore a restare “pulito”, a perseguire ciò che andava predicando nella sua campagna, senza ricatti o corruzioni? Senza cadere in quell’arroganza e spavalderia che caratterizzano l’uomo potente? E come gestirà il suo inatteso successo?
Un film che si propone in modo tale che lo spettatore, nel corso della visione, abbia il quadro completo dei due protagonisti (Willie e Jake) ma solo a piccole dosi. Per Willie Starks (i riflettori sono puntati su di lui nella prima metà della storia) è il racconto della sua affermazione a uomo di potere; per Jake Burden (le attenzioni su di lui si spostano nell’altra metà del film), invece, è continuo tuffo nel passato, sino a che il tutto si unirà ad un presente che ci sarà ormai ovvio (in uno dei suoi monologhi, ci racconta di una misteriosa bionda- Anna Stanton (Kate Winslet)- con queste parole: “Tieni viva la sua immagine nella mente, anno dopo anno, fiducioso che un giorno sarà di nuovo così, anche se non ne hai mai la certezza. In Chiesa questa la chiamano Fede, la chiamerò così anch’io”).
A fine visione, ho pensato che non esiste il bene o il male davanti alla morte, il sangue che scorre, prima o poi, confluirà nello stesso “mare”...
Voi che ne dite?
Unico “neo”, il doppiaggio- soprattutto l’accento di Penn- “caricatura” di qualcosa che non esiste. L’ennesimo film perfetto interpretato da Sean Penn.
Da non perdere, per chi ovviamente è già consapevole che non si tratta di un popcorn-movie!

Schegge di film

-"Quello che non sai non ti farà soffrire”.
-“L’umano non è strutturato per la dignità”.
-“Quello che è importante, non é mai facile”.
-“Il Dio e il nulla hanno molto in comune”.
-Jake Burden (Jude Law) “E che cosa farà?”
Willie Starks (Sean Penn) “Manterrò la Fede perché il tempo riporterà ogni cosa alla luce. Io credo in questo”.
-Jake Burden (Jude Law) “Come va la campagna?”
Willie Starks (Sean Penn) “Più mi allontano da casa e meno mi ascoltano”.
-Willie Starks (Sean Penn) “Mi tengo vicino Duffy per ricordarmi che le “sviolinate” non sono mai vere”
Jake Burden (Jude Law) “Ma io? Che farò?”
Starks “Le “sviolinate” per me!”.
-Burden: “Truffa si chiama quando la fa chi non sa usare le posate giuste”.
-Sadie Burke (Patricia Clarkson): “Te lo dico appena prendo fiato!”
Willie Starks (Sean Penn)
“Lo stai sprecando per dirmi che non ce l’hai!”.
-Willie Starks (Sean Penn) “La diceria parla mille lingue”.

Un memorabile scambio di battute fra Willie Starks (Sean Penn) e il Giudice Irwin (Anthony Hopkins), vi propongo qui qualche frammento (è Starks che parla):
“La Terra è una cosa strana, non c’è altro che terra sotto il verde prato del Signore, che poi è terra anche quella”.
“Sono solo cose che non sa, solo chi non vuole sapere”.
“Giudice, non è con rabbia, è con dolore che la lascio”.

-Starks: “Se si ammazza il leone, tutto il resto della giungla è pieno di paura e si mette in riga”.
-Sadie Burke (Patricia Clarkson): “Era bella?”
Jake Burden (Jude Law): “Chi?”
Sadie: “La tr…a sui pattini”
Jake: “Non so! Io le ho guardato tutto il tempo i pattini!”.
-Starks rivolto a Burden: “Ti ho detto di scavare, non graffiare in superficie!”.
-Jake Burden (Jude Law) “Un giorno lo farà comunque!”
Figlia dell’ex Governatore, Anna Stanton (Kate Winslet): “Fara cosa?”
Jake: “Crollerà su sé stessa, come ogni cosa”.
-Jake Burden (Jude Law) “La Sider Bank é a Savana?”
Bibliotecaria: “C’era, fino al ‘38”
Jake: “Cosa successe nel ’38?
Bibliotecaria: "Fu rilevata dalla Georgia Fidelity”
Jake: "Lei ha idea di chi fosse il Presidente?”
Bibliotecaria: “Franklin Roosevelt”
Jake: “Signora???!!! Della Banca!”
-Willie Starks: “Si può sempre cavare del bene dal male, da qualsiasi cosa da una poesia, in politica...”.
-Willie Starks: “Un uomo preferirei distruggerlo, che comprarlo!”
-Giudice Irwin (Anthony Hopkins) a proposito della politica di Starks: “Sfondava le finestre chiuse e faceva entrare aria buona. Ma ora sta distruggendo tutta la casa”.
(Tutti gli uomini del re - 2006)


Titolo originale: All the king's men
Titolo italiano: Tutti gli uomini del re
Data di uscita (in Italia): 22 Dicembre 2006
Genere: Drammatico
Durata: 125'
Regia: Steven Zaillian
Da vedere: come ribadito nella recensione, film interessante per chi ama il genere "impegnato". Difficoltoso, ma molto bello.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

lo devo assolutamente recuperare.

Chiara ha detto...

A mio avviso é un film straordinario.La forza che trasmette la recitazione meticolosa di Penn è qualcosa di ineguagliabile.
Fai sapere!
E grazie per i complimenti, ricambio senza dubbio.

Anonimo ha detto...

lo noleggio!

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