mercoledì 10 ottobre 2007

L' "Armata" italiana


Chi ama il cinema, lo vive.
E vivendolo, ci permette di respirare le sue gioie e i suoi dolori, di abbandonarci ai suoi colori, alle sue note e all’armonia che elargisce quando, a luci spente, ci si dimentica di essere uomini. Lo si continua ad amare anche quando le luci si riaccendono e ci sorprendono nelle nostre fragilità più intime.
Chi ama il cinema, soffre con lui.
Con il buio, il grandeschermo diventa non solo uno specchio di emozioni, ma anche un occhio che rivela la vergognosa desolazione di poltrone vuote, occhi spenti e sguardi persi nel vuoto. Provo rabbia, amarezza e… impotenza. Inettitudine dettata dall’illusione di non valere che un granello di sabbia sparso nella sabbia dell’universo.
Ma non è così. Io, come migliaia di persone là fuori, vorrei ricordare a noi stessi che prima di Internet, della pirateria e dell’esclusiva di entrare in possesso di un film ancor prima che questo esca nelle sale, c’era un mondo diverso. Una realtà che sapeva celebrare la genuinità, la lealtà e… il cinema di Totò, Massimo Troisi e Vittorio De Sica.
Perché? Che cos’è cambiato da allora?
Perché un film come “Cemento Armato”, per emergere dalla “spazzatura”, necessita della volenterosa (e innocente) “campagna” di Giorgio Faletti (uno dei protagonisti), che irrompe in qualsiasi studio televisivo del pianeta (manca solo di scriverlo sulla luna) per “pregare” il pubblico di entrare in sala e provare a dare fiducia al cinema italiano?!
Perché George Clooney, Angelina Jolie e Robert De Niro trasformano in oro ogni pellicola (non necessariamente strepitosa) che toccano e Nicolas Vaporidis, Giorgio Faletti e Carolina Crescentini entrano a fatica nelle sale italiane! Perché amiamo così tanto spaghetti e mandolino ma non Marco Martani (il regista del film)?! Muccino, Bellucci, Benigni, solo chi ce l’ha fatta. Solo chi ha portato la pizza a Hollywood, merita un posto in platea.
Al posto di trionfare, dopo essere entrati in possesso di una copia del nuovo film di Harry Potter prima che questo sbanchi il botteghino nelle sale italiane, frughiamo nella nostra coscienza e smettiamola di imbambolarci davanti ai “download”, sediamoci su quelle poltrone rosse e proviamo ad amare il cinema italiano.

Mi sono permessa una “ramanzina” a me stessa e a chi, come me, non smette di diffidare del “nostro” cinema.
Dopo “Cemento Armato”, però, qualcosa dentro di me si è smosso e ha aperto una voragine di sensi di colpa. Perché questa pellicola non assomiglia ai mille altri amori strappalacrime, alle infinite delusioni familiari, ai fragili rapporti umani, alle finte storie di violenza raccontateci dal cinema (e non solo) italiano. Tutt’altro. Se Faletti avesse la faccia di Jack Nicholson, Vaporidis quella di Shia LaBeouf e Crescentini quello di Scarlett Johansson (che mi perdoni, la apprezzo molto) probabilmente si facevano già i pronostici su chi avrebbe avuto la candidatura al premio Oscar.
“Cemento Armato” le sue fragilità le ha, per questo non si possono considerare parallelismi con le trame americane, ma acquista il suo fascino proprio per l’impegno di portare a termine un film dai sapori delicati e il desiderio di stravolgere i canoni della maggior parte delle pellicole nostrane. E’ proprio la sua “gracilità” a renderlo straordinario.
Tutto, in questa pellicola, sorprende.
La metamorfosi di Nicolas Vaporidis (non nascondo la mia stima- per motivi diversi e personali- per questo giovane attore. La sua espressività coinvolge sempre. Sia che si tratti di estrema felicità che di profondo dolore, recita ogni volta con una ammaliante sicurezza, come se, i suoi 26 anni, li avessi passati tutti a recitare), da studente liceale a strafottente gangster romano; dal personaggio femminile di Carolina Crescentini. Le sue lacrime, nella scena dello stupro, toccano l’animo più profondo, mi hanno fatto sentire ancor più donna (mi rivolgo al pubblico femminile) e come tale, esile in quella terribile violenza (seppur visiva) che mi hanno reso piccola piccola su quella poltrona rossa; arrivando a Giorgio Faletti, spietato nei suoi occhi di ghiaccio, un po’ meno nella buffa cantilena, che poteva donare al Professore di Lettere (di “Notte Prima degli esami”) ma che imbarazza un pochino se a parlare è un temutissimo boss mafioso (ad ogni modo, amo smisuratamente la vena artistica di Faletti- in particolare quella di scrittore- quindi trovo che sia geniale ovunque e comunque); infine, la rappresentazione di Roma, già magica da sola, ma resa ancor più infinita dalle riprese dall’alto, dalla fusione di luci e ombre, traffico e solitudine. Incantevole.
Andate a vedere questo film, ve ne prego anche io, come ha fatto Faletti in questi giorni. Vale la pena mancare ad un appuntamento con qualche thriller americano per perdersi dentro a questo splendido “noir” italiano.

Trama
Diego (Nicolas Vaporidis) è uno scapestrato ragazzo nullafacente, che si diverte a prendersi gioco delle debolezze altrui. Un giorno però, intento a divertirsi a sfasciare specchietti di macchine imbottigliate nel traffico, il "gioco" diventa il suo destino. Tra le sue "vittime", infatti, c'è anche "Il Primario" (Giorgio Faletti), un Boss mafioso della malavita romana.
Quella torrida mattina, si trasforma così in un incubo per Diego che lotterà per proteggere stesso (la sua ragazza Asia (Carolina Crescentini), sua madre e i suoi amici) da uno spietato e vendicativo sconosciuto. Che poi tanto sconosciuto, non si rivelerà.

Citazioni
- "Il Primario" (Giorgio Faletti) alla sua guardia del corpo "Cosa vedi dalla finestra?" - "Il solito traffico" - "Sbagliato. Cemento armato. Solo cemento armato"
- Diego "Per me, papà è come questo posacenere qua dentro, che non fuma nessuno!"
- "Dov'è nascosto il tuo amico!" - "Non so, ha detto che era fuori Roma!" - "Senti extracomunitario di merda, il tuo amico ha sparato a uno dei nostri. Quindi, o è tornato da fuori Roma, o ha un cazzo di fucile spaziale e una mira della Madonna".

Carta d'identità
Titolo italiano: Cemento armato
Data di uscita (in Italia): 05 Ottobre 2007
Genere: Drammatico
Durata: 93'
Regia: Marco Martani
Da vedere: assolutamente. Perchè questa pellicola, aprirà il vostro cuore prudente al "nuovo" (spero) cinema nostrano. Imperdibile. Ed è una voce che risuona con tutta la forza che mi è possibile. Andatelo a vedere.

13 commenti:

Deneil ha detto...

Davvero una bella recensione:letta con gusto e apprezzo lo sforzo per risollevare il cinema italiano che però vorrei ricordare si è affondato da se: certo esistono ancora autori italiano molto apprezzati (quello di "mio fratell è figlio unico" che ora non ricordo per motivi di troppa fretta) è un esempio..ma tutte quelle porcate alla moccia le produciamo comunque noi!
Sul film non saprei..a dirti la verità ne hanno parlato davv tutti (con l'eccezione della Repubblica)male ma siccome di solito non sono avvezzo a dare ascolto ai grandi critici magari un' opportunità gliela do..ma in dvd se non ti offendi!

FiliÞþØ ha detto...

Promuoviamo il cinema italiano...e promuoviamo questa recente voglia di andare contro i soliti generi a cui ci aveva abituato in questi ultimi anni...
Queste prove vanno apprezzate, principalmente per la loro volontà di rottura con un (recente) passato che non spicca certo per originalità...
Se avrò l'occasione, lo vedrò di sicuro!^^
Grazie per il consiglio (anche da parte di Giorgio Faletti!^^)

Deneil ha detto...

assolutamente in linea con il pensiero di filippo. buono lo sforzo di muoversi dal solito polpettone adolescenziale!

Chiara ha detto...

Deneil: vabbuò, dai per te questo "strappo" alla regola lo faccio volentieri ;P anche in Dvd va bene!
Filippo: Giorgio ricambia la gratitudine, dice di non perderti questo film ;) Solo per sapere che ne pensate, poi magari non sarete per nulla d'accordo con me e rivorrete il rimborso del biglietto (a questo ne risponde Giorgio)...

Anonimo ha detto...

Visto questa sera, grazie a te, non ero convinto, e invece bellissimo vale veramente la pena di vederlo,ottimo l'impegno di tutti gli attori, anche se non sempre sembrano azzeccati al ruolo che interpretano, "abituati a notte prima degli esami",
Ero con mia figlia ventenne e anche a lei e' piacciuto molto,
che ne dicano stampa o altro, VEDETELO.
un saluto

Chiara ha detto...

Grazie, che ogni tanto passi da me. Addirittura dandomi fiducia. Ne sono lusingata, davvero.
Sono anche felice che ti sia piaciuto [anche a tua figlia, meno male.... ;)].
Vorrei contribuire a rafforzare quest'idea che, il cinema italiano, sta davvero voltando pagina.
Un abbraccio speciale, poeta.

Trinity ha detto...

Ma dai e io che ho letto che è una cazzata immonda..

Chiara ha detto...

Credo sia una sorta di divertimento per i critici "stropicciare" i film italiani non troppo impegnati (questo, in realtà, affronta una situazione (la mafia) sempre attuale, ma ha sfumature che lo rendono meno "strizzacervelli" di quelli che siamo soliti a vedere). A mio avviso, invece, il regista si è impegnato ad andare "oltre" i limiti consentiti dalla mediocrità. E poi, raramente, sto a sentire la critica. Nessuno sa cosa può dare a me una pellicola.
Non ci vai proprio a vederlo eh?! Magari in Dvd? ;)

domenico ha detto...

io l'ho evitato a cuor leggero... ora non puoi dirmi che ho fatto male! :-(
mi vengono i rimorsi!

Chiara ha detto...

... vabbè vabbè... sei perdonato, ma cerca di recuperarlo in Dvd quando sarà il momento... ;) bisogna credere nel nuovo cinema italiano!!! Che ne dici?!

Anonimo ha detto...

Il film non l'ho visto (e francamente credo che non lo vedrò, se non forse quando lo passerano su Sky) per tre sostanziali ragioni:
1) il trailer non mi ha trasmesso proprio nulla (a parte il marcatissimo accento di Faletti, che ben conosco) e di solito quand'è così anche il film finisce per non convincermi.

2) le pessime recensioni (uno o due critici possono anche "divertirsi" nel tiro al piccione, ma se lo fa la quasi totalità magari qualche motivo l'avranno)

3) Il fatto che il team creativo sia il medesimo delle Notti prima degli esami, solo a ruoli invertiti (Martani alla regia e Brizzi alla sceneggiatura). Già mi hanno convinto poco nelle commedie, figuriamoci nel drammatico/noir.

Anch'io credo/spero che il cinema italiano stia vivendo una rinascita, ma confido molto più nei (tanto per citarne qualcuno) Sorrentino, Garrone, Molaioli, Cappuccio, Puglielli, Soldini e via discorrendo. Non certo in Brizzi & Co.

Detto ciò ti faccio per l'ennesima volta i complimenti per il tuo stile di scrittura. Traspare tutta la passione che ci metti.

Chiara ha detto...

Parto dal fondo, che è decisamente dalla mia parte ;) e grazie ancora che sei così gentile.
Sarà che nutro un grande rispetto per Faletti (lo scritto e lo sguardo, magari l'accento... lasciamolo alle spalle) e per Nicolas Vaporidis (per tanti motivi, come citato nel post) ma a me ha trasmesso qualcosa. L' "uscita dagli schemi" forse, comunque mi ha stupito quanto basta per ritenerlo un buon film. Vabbè vabbè, questa pellicola ci "divide" un poco. Passiamo ad altro... ;)

Anonimo ha detto...

No guarda, non sono gentile. Sono cattivissimo!!! :-)
Però sono anche obiettivo e quando noto qualche aspetto che ritengo meritevole lo sottolineo.

Si, l'accento (già solo dal trailer) è inascoltabile... E lo dico da piemontese!

Concordo comunque che questo film ci divide, abbondantemente... :-)

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