
Lo ricordo come fosse ieri (a volte il tempo sembra non essere passato mai, in altre occasioni sembra invece inarrestabile e quasi beffardo: credo dipenda dal nostro stato d’animo e da cosa vogliamo effettivamente richiamare alla memoria), ancora abitavo nella vecchia casa ed ancora condividevo la stanza con mio fratello (vivevamo nell’ingenuità di quegli anni, dove a riempire le nostre giornate c’erano il pane e la “Nutella”, i quaderni a quadretti ed il tappeto in mezzo alla stanza, su cui sbucciarsi le ginocchia e sognare di diventare adulti). Sulla parete (quella in corrispondenza del suo letto) vi erano due chiodi: uno reggeva un cappello marrone, l’altro una frusta.
Quando il tappeto non ci bastava più, divano e tivù erano degni sostituti e quasi sempre il videoregistratore (perché i Dvd ancora non esistevano) inghiottiva la trilogia dell’archeologo sempre in cerca di geroglifici, templi e crociate. La trama in sé mi rimaneva oscura ogni volta (credo di essere stata la pedante spettatrice che nessuno vorrebbe mai al proprio fianco: “Chi sono i cattivi? Perché scappa? Perché sanguina? Perché… perché… perché…”, una sorta di fittizio interesse, affinché potessi appartenere anche io al mondo dei grandi e sapienti “Indy - fans”) ma mi porto ancora appresso alcuni fotogrammi che tentavo di assorbire con tanta naturalezza, quanto poi di scacciarli quando tornavano a galla nelle notti silenziose e buie: una su tutte, il sacrificio alla Dea Kalì con tanto di estrazione, a mani nude, del cuore umano ancora pulsante.
E’ il tocco magico ed inarrivabile dell’estro di Steven Spielberg, uno in grado di rendere reale ogni effetto speciale, oggi come vent’anni fa.
Non ho voluto riprendere in mano quelle videocassette, quel divano, quei pomeriggi infantili, piuttosto conservare il mio limbo di inconsapevolezza. Sono entrata in sala con la stessa ingenuità fanciullesca di chi non vuole comprendere sino in fondo, ma soltanto ammirarne la superficie.
Ho rivissuto quegli anni e quelle fragili paure di fronte a sotterranei bui e polverosi, lo stesso ribrezzo davanti ad insetti (stavolta, si tratta di formiche e scorpioni dalle dimensioni raddoppiate) e ragnatele (immancabili, ad indicare che il tempo, in qualche modo, lascia il segno su ogni cosa), mummie e scheletri, sussultato ad ogni cigolio e trappola. Mi sono emozionata rivendendo il sorriso di Marion (Karen Allen), riascoltando “Non toccare niente”. Eccitata per ogni schiocco di frusta e recupero in extremis dell’inseparabile cappello.
Commossa davanti a quegli occhi piccoli, a quel corpo debole, un po’ goffo e un po’ coraggioso (ma, a mio avviso, mai ridicolo come quello di semi-coetanei alla ricerca di sequel storici), a quel viso un po’ paffuto e allo sguardo malinconico, ma pur sempre fascinoso.
Gli perdoniamo tutto a questo meraviglioso Harrison Ford: il suo Indy continua a brillare di una luce stanca, ma tutta sua.
Trama
Fine anni Cinquanta, il clima politico è dominato dalla “Guerra fredda”. I nemici, dunque, sono i soldati Russi, capitanati da Irina Spalko (Cate Blanchett), che tentano di servirsi della conoscenza dell’archeologo Henry Jones Junior (Harrison Ford) per arrivare a trovare il prezioso teschio di Cristallo di Akator, in Perù. Con l’aiuto del giovane Mutt Williams (un temerario Shia LaBeouf in stile Marlon Brando), Indy intraprende questa nuova avventura, nel quale ritroverà nuovi e vecchi compagni di viaggio.Citazioni
- Indiana Jones (Harrison Ford) “Eravamo giovani” – “Mac" (Ray Winstone) “Ehi, io sono ancora giovane” - Mac “Che ti devo dire, sono un capitalista e loro pagano”
- Charles Stanforth (Jim Broadbent) “Sembra che abbiamo raggiunto un’età in cui la vita smette di dare e inizia a prendere”
- Indy “Bel gesto, ma non si va con un coltello ad una sparatoria”
- Mutt Williams (Shia LaBeouf) “Non sei male nelle risse, quanti ne hai ottanta?”
- Mutt “E tu saresti un Professore?” – Indy “Qualche volta”
- Indy “Tu liberami ed io ti abbraccio”
- Indy “Oh, Marion. Dovevi proprio farti rapire?” – Marion (Karen Allen) “Vedo che tu non hai fatto di meglio”
- Indy “Allora che fai, il triplo gioco?” – Mac “No, ho solo mentito sul doppio gioco”
- Indy “Il sapere era il loro tesoro”
- “Quanto della vita umana va perduto nell’attesa”
Carta d'identità
Titolo originale: Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull Titolo italiano: Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo
Data di uscita (in Italia): Cannes 2008 - 23 Maggio 2008
Genere: Azione, Avventura
Durata: 126'
Regia: Steven Spielberg
Cast: Harrison Ford, Shia LaBeouf, Cate Blanchett, Ray Winstone, Karen Allen, John Hurt, Jim Broadbent, Alan Dale, Joel Stoffer
Da vedere: è impedibile, per il semplice fatto che è dell’intramontabile Indiana Jones che stiamo parlando. Fedele.